Gli auguri di Movimento Studentesco Nazionale
giovedì 23 dicembre 2010
martedì 30 novembre 2010
CON I NOSTRI VALORI E LA NOSTRA GENTE. TUTTI A ROMA!
Ultimamente c'è chi va dicendo in giro che la destra italiana è morta... Che il Popolo della Libertà non ha futuro... C'è qualcuno che pensa di essere il proprietario esclusivo del futuro... C'è chi ha tradito valori ed ideali... Ci sono tanti, donne, uomini, ragazzi, che si stanno piano piano disilludendo di una politica fatta di gossip e pettegolezzi...
Ma c'è anche chi crede ancora. Nelle nostre idee e nella nostra gente. Chi non ha mai smesso un attimo di pensare che "Il Domani Appartiene a Noi". Che vuole essere protagonista del futuro, al di là delle sigle, dei partiti e dei politici... Una Comunità che da sempre marcia unita e che oggi vuole crescere e diventare punto di riferimento per tutto il proprio popolo...
Il 5 dicembre, a Roma, noi saremo li... Con una classe dirigente che si è formata nei movimenti giovanili, nelle strade, nelle piazze, nelle scuole e nelle università e che oggi vuole diventare traino e valore aggiunto per il Popolo della Libertà... Con Giorgia Meloni, Fabio Rampelli, Marco Scurria... Con la destra del fare... Con le nostre idee e con... LA NOSTRA GENTE!
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giovedì 25 novembre 2010
IL FUTURO? E' QUI.
I motivi per cui il prossimo 5 dicembre sarò a Roma. Ed i motivi per i quali mi auguro che molti di voi vorranno unirsi a me.
Mi sono interessato per la prima volta alla politica, quella vera, nel 1993. Il primo partito politico che mi ha fatto "battere il cuore" si chiamava Movimento Sociale Italiano ed il suo leader stava sfidando, da solo, tutta la vecchia classe politica, quella figlia dell'ormai agonizzante "Prima Repubblica", alle elezioni amministrative di Roma. Al turno di ballottaggio per lo scranno principale del Campidoglio, per arginare l'ascesa di Gianfranco Fini, figlioccio politico di Giorgio Almirante e simbolo della destra post-fascista che metteva, per la prima volta dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, il naso fuori dal ghetto, si erano coalizzati tutti: comunisti e democristiani, liberali e repubblicani, socialisti e radicali, ecologisti e progressisti.
Tutta la vecchia classe politica, quella della partitocrazia e dei governi fondati su accordi e accordicchi stipulati in parlamento, quella delle tangenti e dei voti di scambio, quella dei segreti di stato e delle stragi impunite, quella della collusione con la criminalità organizzata e quella dei salotti buoni della "Milano da bere", tutta coalizzata contro quel signore con gli occhiali, dal piacevole accento emiliano che raccogliendo l'eredità politica di Almirante e Romualdi aveva predetto, tra lo sconcerto e lo scetticismo generale, che all'alba del terzo millennio l'Italia avrebbe rivalutato "l'alternativa mussoliniana al comunismo ed al capitalismo", coniando quell'espressione (il "Fascismo del Duemila") che lo aveva reso celebre all'interno del panorama della destra politica italiana.
Io, ancora vergine politicamente, tifavo per lui. Diciamo che assai più di me, fece notizia un altro personaggio, famoso fino ad allora per avere affermato nel nostro paese il modello di televisione commerciale, che al tempo delle elezioni romane, regalò a L'Espresso un'intervista nella quale dichiarava che, se fosse stato un cittadino della capitale avrebbe senza dubbio votato per Gianfranco Fini, guadagnandosi l'epiteto in copertina di "Cavaliere Nero".
Gianfranco Fini non vinse quelle elezioni, ma meno di un anno dopo, il Movimento Sociale Italiano sedeva tra i banchi del governo. Esperienza durata pochi mesi e conclusasi con un ribaltone padano che vide i leghisti di Bossi passare da destra a sinistra e decretare così la fine del primo governo di Silvio Berlusconi.
Correva l'anno 1995. Il Movimento Sociale Italiano divenne Alleanza Nazionale ed io decisi di iscrivermi al partito di Gianfranco Fini. Fu la mia prima iscrizione ad un partito politico.
Ma perchè questa scelta? Mi sentivo di destra perchè credevo nella sacralità della vita: dal momento del concepimento fino a quello della morte; perchè odiavo e rifiutavo l'aborto, l'eutanasia, la pena di morte. Mi sentivo di destra perchè amavo la mia terra: mi sentivo fiero di essere nato a Firenze ed in Italia, sulla terra dei miei padri e sognavo di vedere un giorno rinascere una comune patria europea. Mi sentivo di destra perchè non credevo nella lotta di classe, ma nel rispetto del lavoro e dei lavoratori, nella tutela dei più deboli, nella cooperazione e nella solidarietà nazionale. Mi sentivo di destra perchè non riuscivo a festeggiare il 25 aprile: benchè mi sforzassi non riuscivo a trovare niente di buono in un paese diviso a metà, dove fratelli si uccidono con fratelli e dove alla fine, la parte del leone, la fecero gli stranieri che si spartirono il nostro futuro. Mi sentivo di destra perchè come Gianfranco Fini ritenevo Benito Mussolini il più grande statista del secolo. Mi sentivo di destra perchè credevo nella famiglia, quella composta da un uomo, una donna e dei figli. Mi sentivo di destra perchè mi piaceva guardare al futuro, consegnando la storia alla storia, non avendo remore nell'ammettere le vergogne che hanno visto protagonista il nostro paese (leggi razziali, deportazioni, pulizie etniche...), ma non facendo finta di non vedere le vergogne altrui (gulag, muro di Berlino, Budapest, Praga, le Foibe...). Mi sentivo di destra perchè credevo nell'onore e nella fedeltà: perchè pensavo che una parola data valesse più di mille contratti e perchè credevo che essere fedeli alla propria idea ed alla propria patria significasse operare sempre e comunque in onestà, nella legalità, nel rispetto per il prossimo.
Mi sentivo di destra allora, quando ho compilato il mio primo modulo di iscrizione ad Alleanza Nazionale e mi sento di destra oggi che sono un dirigente ed un eletto de Il Popolo della Libertà.
E in nome di quella coerenza, di quel rispetto, di quell'onestà e di quella fedeltà che mi spinsero, quasi quindici anni fa ad iscrivermi ad Alleanza Nazionale, ho costruito una comunità attorno a me, ho guidato per undici anni il movimento giovanile nella mia città, ho cresciuto e formato giovani e giovanissimi, ho chiesto voti e preferenze ai miei concittadini.
Oggi, verso queste persone, che noi amiamo chiamare LA NOSTRA GENTE, mi sento di avere un debito.
Molti di loro avranno visto, sentito, letto a proposito della scelta di Gianfranco Fini di uscire da quel percorso che lui stesso aveva dipinto e voluto, per creare un nuovo partito. Un partito che non è di destra. Un partito che si batte per il riconoscimento delle coppie di fatto contro la famiglia tradizionale. Un partito che non vede come un tabù la possibilità di concedere il diritto di adozione alle coppie gay. Un partito che si batte per la diffusione della pillola abortiva RU486. Un partito che si batte per la concessione della cittadinanza italiana ai cittadini extracomunitari che vivono nel nostro paese da soli cinque anni. Un partito che si dice favorevole a fecondazione artificiale ed eutanasia. Un partito che reputa i ragazzi che nel 1943 scelsero di morire per la Repubblica Sociale Italiana, uomini "in malafede" e celebra le gesta dei partigiani andando a braccetto con l'ANPI. Un partito che critica il governo italiano perchè per la prima volta si è svincolato dalla sudditanza energetica imposta da USA e Gran Bretagna per stringere vantaggiosi accordi economici con i paesi dell'est Europa, prima fra tutti la Russia. Un partito che ha svenduto un pezzo del patrimonio immobiliare di Alleanza Nazionale per raccimolare un appartamentino di lusso a Monte Carlo ad un nullafacente giovincello snob. Un partito che è pronto ad allearsi con Rutelli, con Casini, con d'Alema, con Bersani, con Rosy Bindi, con Montezemolo, pur di andare al governo.
E chi ha sentito e letto tutto questo, cosa penserà di noi? Penserà forse che questa è quell'Alleanza Nazionale che parlava nei suoi manifesti elettorali di onestà? Di legalità? Di coerenza? Di chiarezza? Di presidenzialismo?
Oppure penserà che la destra è morta, sciolta come sale in una pentola d'acqua bollente nel grande calderone berlusconiano del PDL. In molti, sbagliando, confondono ancora il PDL con una Forza Italia allargata ed in molti stanno facendo questo errore oggi che colui che avrebbe dovuto rappresentare la destra nel Popolo della Libertà, si diletta in equilibrismi radical-sinistroidi degni del Pannella dei tempi migliori...
Cosa penserà LA NOSTRA GENTE? Cosa penseranno coloro ai quali abbiamo chiesto voti e preferenze? Cosa penseranno coloro che negli anni abbiamo incontrato e che, con una stretta di mano o con una parola di incoraggiamento, ci hanno dato la forza di fare quello che abbiamo fatto?
LA NOSTRA GENTE ha bisogno di una risposta. Chiara. Netta. Univoca. La destra politica italiana non è morta. La destra politica italiana esiste ancora, è viva, ma non solo. Come da sempre nel nostro DNA abbiamo ancora lo sguardo dritto al futuro. Abbiamo idee e progetti per l'Italia del domani. Abbiamo sogni da regalare ai nostri figli.
La destra politica italiana sta nel Popolo della Libertà perchè è coerente e fedele alla parola data. Con Berlusconi abbiamo deciso di dare vita ad un grande partito in grado di rappresentare tutto il popolo di centrodestra e non abbiamo cambiato certo idea. Il PDL è ancora in fase di costituzione, ma non è una Forza Italia allargata, nè un club di "fans da stadio" di Silvio Berlusconi. Il PDL è un partito con delle idee, dei valori, ma soprattutto è il partito all'interno del quale la nostra comunità umana e politica vive, cresce, lavora e porta avanti i suoi valori e le sue battaglie.
La destra politica italiana, quella di Maurizio Gasparri, di Gianni Alemanno, di Altero Matteoli, di Ignazio La Russa non ha mutato di una virgola il proprio percorso. E' rimasta fedele alla propria storia ed agli impegni che ha sottoscritto con i propri elettori. E di questo vogliamo tranquillizzarvi.
Ma vogliamo anche dirvi di più... Nel Popolo della Libertà esiste anche una nuova classe dirigente che sta crescendo e si sta affermando non perchè raccomandata o perchè figlia di qualche show televisivo. Una classe dirigente giovane, dalla faccia pulita, senza scheletri nell'armadio e senza altarini da scoprire. Una classe politica nascente che non vuole bruciare le tappe fingendosi finti "rottamatori" alla Matteo Renzi, ma che non si lascia neppure abbindolare dal "qualunquismo di regime" dei Santoro, dei Fazio e dei Saviano.
Una classe dirigente che oggi è forza trainante e propulsiva per il PDL nei consigli comunali di tutta Italia, nei consigli provinciali, nei consigli regionali e che si esprime al meglio nel volto pulito, semplice, rassicurante e nelle doti e nelle capacità di Giorgia Meloni.
Io mi sono avvicinato alla destra politica italiana nel 1993. Molti di voi molto prima. I più giovani molto dopo. Tutti però accomunati da quel fuoco ideale che ci divampava nel cuore e che oggi qualcuno vorrebbe raccontarci essere spento.
Il 5 dicembre prossimo, io sarò a Roma per giurare di fronte a tutti voi, e prima ancora di fronte a me stesso, che questo fuoco non è spento, ma anzi risplende ancora più forte e più brillante di prima. Spero di incontrare molti di voi quel giorno, di potervi abbracciare e di poter tornare a casa, alla sera, col cuore gonfio di nuova speranza. Per la nostra terra, per la nostra patria, per LA NOSTRA GENTE.
Francesco Torselli
Consigliere Comunale PDL Firenze
Dirigente Nazionale Giovane Italia
sabato 20 novembre 2010
MOVIMENTO STUDENTESCO NAZIONALE: GUIDA DELLO STUDENTE!
CLICCA SUL LINK PER SCARICARE LA GUIDA DELLO STUDENTE.
CONTRO GLI ABUSI DI POTERE, UN'ARMA PER TUTTI GLI STUDENTI CHE NON VOGLIONO PIEGARE LA TESTA. DIAMO UN CALCIO ALLA VECCHIA SCUOLA!
martedì 16 novembre 2010
MSN: NUOVA CAMPAGNA CRITICA E PROPOSITIVA...
250 MLN DI EURO ALLA PRIVATA CI SEMBRANO UN AZZARDO
Roma, 16 nov. (Adnkronos) - "Nella situazione difficile in cui versa la scuola italiana, a causa delle restrizioni dovute ad un scenario internazionale di crisi economica, ci sembra azzardato il finanziamento di 250 milioni di euro alla scuola privata". A sostenerlo sono Gianfranco Manco e Andrea Moi, dirigenti nazionali del Movimento Studentesco Nazionale.
"Il movimento studentesco nazionale presentera' presto una campagna su tutto il territorio nazionale -precisano i due dirigenti- per chiedere al ministro Mariastella Gelmini di investire quei fondi per completare la messa in sicurezza delle scuole e per aumentare gli strumenti che garantiscono il diritto allo studio".
"Siamo convinti -concludono Manco e Moi- che se il ministro dovesse accettare queste nostre proposte, sarebbe un gesto esemplare per arginare tutti quei movimenti che vivono di proteste effimere e demagogiche".
IL CORAGGIO, LA COERENZA E LA CERTEZZA DI ESSERE SPINA NEL FIANCO. ANCHE NEI CONFRONTI DEL PROPRIO GOVERNO, QUANDO SERVE.
mercoledì 10 novembre 2010
MOVIMENTO STUDENTESCO NAZIONALE ARRIVA A FIRENZE!
NASCE MOVIMENTO STUDENTESCO NAZIONALE: "CONTRO L'EGEMONIA ROSSA E IL PENSIERO UNICO". POGGIANTI (DIRIGENTE NAZIONALE MSN): "INIZIAMO UN PERCORSO PER LIBERARE LA SCUOLA". TORSELLI (PDL): "MAI STATI 'ENFANT PRODIGE' DELLA POLITICA, SIAMO GLI ANTI-RENZIANI DI DESTRA".
E' stato presentato oggi a Palazzo Vecchio il "Movimento Studentesco Nazionale", una nuova aggregazione di studenti identitari nella quale confluiscono Azione Studentesca (già movimento studentesco di Alleanza Nazionale) ed altre sigle appartenenti al mondo della destra militante. Sono intervenuti alla presentazione Andrea Poggianti (Dirigente Nazionale di MSN), Stefano De Marco (Responsabile di Azione Studentesca Firenze), Marco Scatarzi (Responsabile Casaggì Firenze), Francesco Torselli (Consigliere Comunale PDL e Dirigente Nazionale Giovane Italia) ed altri dirigenti di Azione Giovani - Giovane Italia (organizzazione giovanile de Il Popolo della Libertà).
"Gli obiettivi del nuovo Movimento Studentesco Nazionale - spiega Andrea Poggianti - sono quelli di combattere contro le strutture fatiscenti che ospitano i luoghi della nostra istruzione rappresentando un pericolo anche per la nostra vita; di contrastare l'egemonia culturale di sinistra che spinge molti dei nostri professori a presentarci la storia a modo loro e a difendere gli interessi della loro casta col supporto dei sindacati; di battersi contro il caro-libri e, più in generale, contro chi vorrebbe mantenere in vita un modello scolastico superato e figlio del '68".
"MSN si prefigge l'obiettivo ambizioso di restituire agli studenti la capacità di sognare - prosegue il Dirigente Nazionale di MSN - di costruire una scuola che formi uomini con un'anima, un cuore ed un cervello e non lavoratori pronti solo per le catene di montaggio; di garantire veramente a tutti l'accesso alla cultura ed abolire per sempre il libro di testo obbligatorio; per svecchiare il sistema d'istruzione, valorizzare il merito ed il talento nella selezione dei docenti".
Stefano De Marco, responsabile di Azione Studentesca Firenze, movimento che da oggi confluisce in MSN, spiega il significato della data di oggi scelta per la presentazione: "Abbiamo voluto presentare MSN a ridosso del 4 Novembre e del 9 Novembre, le date che rappresentano simbolicamente la liberazione dell'Italia dall'invasore e dell'Europa dal colonialismo straniero e dal Comunismo. Da oggi parte la terza liberazione: quella della scuola dall'egemonia rossa e dal pensiero unico".
"Gli studenti facenti riferimento al Centro Sociale di Destra, Casaggì Firenze - spiega il responsabile di Casaggì Marco Scatarzi - ad oggi attivi quotidianamente in oltre 30 istituti superiori della nostra provincia, aderiscono con entusiasmo a questo nuovo progetto nazionale, mettendo a disposizione la propria forza militante. Cogliamo l'occasione anche per invitare tutti gli studenti fiorentini a venirci a trovare nella nuova sede della struttura che aprirà in città a breve termine".
Alla presentazione del Movimento Studentesco Nazionale è intervenuto anche Francesco Torselli, Consigliere Comunale del PDL e Dirigente Nazionale della Giovane Italia che critica il "giovanilismo" del quale sta diventando un'icona nazionale proprio il Sindaco di Firenze Matteo Renzi: "il 'giovanilismo' di Renzi è un qualcosa di costruito a tavolino. Renzi è da anni 'l'enfant prodige' del centrosinistra, noi rappresentiamo un'altra gioventù: quella formatasi con la militanza e gli autofinanziamenti, quelli che non sono mai stati sponsorizzati e sostenuti da nessuno, ma anzi, che sono sempre stati visti come 'scomodi' dalla politica tradizionale".
"Siamo noi la gioventù protagonista del domani. - conclude Torselli - Siamo noi l'Anti-Renzismo di destra".
venerdì 8 ottobre 2010
FIRENZE: SCONTRI AL CORTEO. I NOSTRI RAGAZZI SI SONO DIFESI.
FIRENZE: TENSIONI AL CORTEO STUDENTESCO. LA MANIFESTAZIONE DELLA SINISTRA RADICALE INCONTRA UN GRUPPETTO DI RAGAZZI VICINI A CASAGGì E PARTE LA “CACCIA AL FASCISTA”. I RAGAZZI DI DESTRA, ATTACCATI, SI SONO DIFESI.
“Questa mattina, durante il corteo anti-Gelmini organizzato dalla sinistra radicale, si sono verificate delle scaramucce, prontamente riportate dalle agenzie di stampa con enfasi e accento. Lungo il tragitto, per la precisione nei pressi di via Cavour, il corteo avvista un gruppetto di ragazzi, che sta camminando in direzione opposta sul marciapiede. Niente di strano, se non fosse che nel gruppetto figurano alcuni ragazzi vicini al nostro centro sociale di destra e attivi nelle fila di Azione Giovani - Giovane Italia”.
“Nel giro di pochi istanti il corteo si ferma e molti attivisti della sinistra radicale, a volto coperto, cercano con ogni mezzo di aggredire i ragazzi. Dai megafoni partono gli ordini di scuderia, che incitano i manifestanti a scagliarsi contro di loro. Ne nasce una colluttazione, nella quale i ragazzi cercano di difendersi come possono, prima che la rissa venga sedata e il corteo riparta”.
“Non è nostra intenzione fare del vittimismo o gridare allo scandalo: siamo militanti di una struttura che appartiene alla destra sociale e identitaria, consapevoli di agire in un territorio difficile, dove certi atteggiamenti sono assolutamente prevedibili”.
“Tuttavia, agli organizzatori del corteo – che ben conosciamo – chiediamo di smetterla di etichettare le manifestazioni di parte come momenti di partecipazione studentesca aperta a tutti. Non è mai stato così e oggi ne abbiamo avuto la controprova: basta che un militante di destra si trovi a camminare nella stessa strada, per essere aggredito”.
“Non siamo nuovi a episodi simili, sempre conditi di una vigliaccheria senza precedenti: centinaia di persone che si scagliano addosso a pochi ragazzi, volti coperti, inni all’odio, istigazioni senza senso. Il tutto accanto ai tanti professori che partecipavano al corteo, gli stessi che domattina saranno dietro ad una cattedra ad insegnarci come stare al mondo”.
“L’episodio di oggi non muta di una virgola il nostro impegno militante nelle scuole, che sarà incentivato nei prossimi giorni, in barba a contestazioni, scioperi e girotondi in piazza. Il mondo studentesco della destra identitaria che fa capo a Casaggì Firenze è una realtà che conta diverse centinaia di aderenti e che non può essere messa a tacere da niente e da nessuno”.
mercoledì 4 agosto 2010
CASAGGì E AZIONE GIOVANI: IL NOSTRO RICORDO DEI VINTI!
da "La Pelle", di Curzio Malaparte:
"I ragazzi seduti sui gradini di Santa Maria Novella, la piccola folla di curiosi raccolta intorno all'obelisco, l'ufficiale partigiano a cavalcioni dello sgabello ai piedi della scalinata della chiesa, coi gomiti appoggiati sul tavolino di ferro preso a qualche caffé della piazza,la squadra di giovani partigiani della divisione comunista armati di mitra ed allineati sul sagrato davanti ai cadaveri distesi alla rinfusa l'uno sull'altro, parevano dipinti di masaccio nell'intonaco dell'aria grigia. Illuminati a picco dalla luce di gesso sporco che cadeva dal cielo nuvoloso, tutti tacevano,immoti, il viso rivolto tutti dalla stessa parte. Un filo di sangue colava giù dagli scalini di marmo.
I fascisti seduti sulla gradinata della chiesa erano ragazzi di quindici o sedici anni,dai capelli liberi sulla fronte alta, gli occhi neri e vivaci nel lungo volto pallido. Il più giovane,vestito di una maglia nera e di un paio di calzoncini corti che gli lasciavano nude le gambe degli stinchi magri, era quasi un bambino. C'era anche una ragazza tra loro:giovanissima, nera d'occhi e dai capelli, sciolti sulle spalle, di quel biondo scuro che s'incontra spesso in toscana tra le donne del popolo, sedeva con il viso riverso, mirando le nuvole d'estate sui tetti di Firenze lustri di pioggia, quel cielo pesante e generoso di qua e là screpolato,simile ai cieli di masaccio sugli affreschi del Carmine...
I fascisti seduti sulla gradinata della chiesa erano ragazzi di quindici o sedici anni,dai capelli liberi sulla fronte alta, gli occhi neri e vivaci nel lungo volto pallido. Il più giovane,vestito di una maglia nera e di un paio di calzoncini corti che gli lasciavano nude le gambe degli stinchi magri, era quasi un bambino. C'era anche una ragazza tra loro:giovanissima, nera d'occhi e dai capelli, sciolti sulle spalle, di quel biondo scuro che s'incontra spesso in toscana tra le donne del popolo, sedeva con il viso riverso, mirando le nuvole d'estate sui tetti di Firenze lustri di pioggia, quel cielo pesante e generoso di qua e là screpolato,simile ai cieli di masaccio sugli affreschi del Carmine...
L'ufficiale partigiano tese il dito verso uno di quei ragazzi e disse:"tocca a te,come ti chiami?" "Oggi tocca a me"- disse il ragazzo alzandosi - "ma un giorno o l'altro toccherà a lei". "Come ti chiami?" "Mi chiamo come mi pare"- rispose il ragazzo. "O gli rispondi a fare a quel muso di bischero?" gli disse il suo compagno seduto accanto a lui. "Gli rispondo per insegnarli l'educazione a quel coso!"- rispose il ragazzo, asciugandosi con il dorso della mano la fronte madida di sudore. Era pallido e gli tremavano le labbra. Ma rideva con aria spavalda guardando fisso l'ufficiale partigiano.
L'ufficiale abbassò la testa e si mise a giocherellare con una matita. Ad un tratto tutti i ragazzi presero a parlare fra di loro ridendo, parlavano con accento popolano di san Frediano, santa Croce, di Palazzolo.
"E quei bigherelloni che stanno a guardare? O non hanno mai visto ammazzare un cristiano?" "E come si divertono quei mammalucchi!" "Li vorrei vedere vedere al nostro posto che farebbero quei finocchiacci!" "Scommetto che si butterebbero in ginocchio, li sentiresti strillare come maiali, poverini".
I ragazzi ridevano pallidissimi fissando le mani dell'ufficiale partigiano.
"Guardalo bellino, con quel fazzoletto rosso al collo"."O che gli è? "O chi ha da essere: gli è Garibaldi". "Quel che mi dispiace"- disse il ragazzo - "gli e' d'essere ammazzato da quei bucaioli!" "Un la far tanto lunga, moccioso" - gridò uno dalla folla. "Se l'ha furia venga al mio posto", ribattè il ragazzo ficcandosi le mani in tasca.
L'ufficiale partigiano alzò la testa e disse: "Fa presto! Non mi far perdere tempo. Tocca a te". "Se gli e' per non farle perdere tempo" - disse il ragazzo con voce di scherno - "mi sbrigo subito", e scavalcati i compagni andò a mettersi davanti ai partigiani armati di mitra,accanto al mucchio di cadaveri,proprio in mezzo alla pozza di sangue che si allargava sul pavimento di marmo del sagrato.
"Bada di non sporcarti le scarpe!"- gli gridò uno dei suoi compagni; e tutti si misero a ridere...
Il ragazzo gridò:"Viva Mussolini!" e cadde crivellato di colpi.
lunedì 2 agosto 2010
CASAGGì: FLASH MOB PER VERITA' SU BOLOGNA. LA STRAGE NON E' FASCISTA!
“A trent’anni esatti dalla bomba che dilaniò la Sala di Attesa di Seconda Classe della Stazione di Bologna, uccidendo 85 persone, il popolo italiano non conosce ancora né i nomi, né il mandante, di chi mise in scena il più grave attentato della storia del nostro paese. Restano solo tanti ‘colpevoli di comodo’ additati dal sistema come ‘mostri’ per coprire ed insabbiare chissà quale verità.
Mentre i Vigili del Fuoco e la Polizia scavavano ancora tra le macerie fumanti della stazione, in quel pomeriggio di trent’anni fa, l’allora Ministro degli Interni Francesco Cossiga, dichiarava frettolosamente alla televisione che la strage era stata organizzata dai ‘fascisti’ dando avvio ad una caccia alle streghe che ha portato all’esilio ed all’arresto di molti innocenti, solo successivamente scagionati.
Per la giustizia italiana, ancora oggi, i nomi degli organizzatori di quella strage sono quelli di Valerio Fioravanti e Francesca Mambro, mentre l’esecutore materiale dell’attentato è Luigi Ciavardini. Noi, ancora oggi, assieme a numerose altre persone, tra le quali anche importanti cariche dello Stato e della società civile, di destra come di sinistra, siamo sicuri che Valerio, Francesca e Luigi sono innocenti.
Quel due agosto del 1980 molti di noi non erano nati. Oggi siamo noi, italiani protagonisti del nostro tempo, che vogliamo verità e giustizia. Non ci accontentiamo delle commemorazioni. Non crediamo alle lapidi. Non ci accontentiamo di trincerarsi dietro agli ormai trent’anni che sono passati.
Questa notte abbiamo inscenato un’azione di ‘Flash Mob’ di fronte al Tribunale di Firenze, simbolo della giustizia nella nostra città, consegnando l’unico vero colpevole che fino ad oggi è stato trovato da chi ha indagato su questo infame capitolo della nostra storia: un fantasma, condannato perchè colpevole di comodo.
Trent’anni di silenzio e di falsi colpevoli non cancellano la volontà di giustizia del popolo italiano. Le 85 vittime di Bologna fino ad oggi sono state strumentalizzate da una parte politica per la loro propaganda, noi vogliamo che possano finalmente riposare in pace di fronte alla condanna dei veri responsabili di questa strage”.
giovedì 29 luglio 2010
CASAGGì FIRENZE: BLITZ CONTRO LA REGIONE TOSCANA!
Nelle ultime settimane la Regione Toscana , per bocca dei suoi vertici, ha espresso giubilo e stupore per il provvedimento che introdurrà l’assistenza sanitaria gratuita agli immigrati clandestini. I militanti di Casaggì Firenze, in collaborazione con Azione Giovani – Giovane Italia, hanno tappezzato le sedi fiorentine della Regione Toscana di via Pico della Mirandola, Piazza della Libertà, via Vittorio Emanuele II e via di Novoli e del Servizio sanitario regionale di via Alderotti con delle finte dichiarazioni di rigetto della cittadinanza italiana. Nei fac-simili appositamente creati il signor “Italo Tradito” esprime la volontà di non essere più italiano perché, in questa regione, “la cittadinanza è un pessimo affare”. Il tutto è stato corredato da un migliaio di volantini di rivendicazione, firmati dai movimenti e recapitati direttamente nei palazzi di lorsignori.
Sebbene l’assistenza sanitaria sia un diritto civile e morale che non può essere negato a nessun essere umano, non dobbiamo comunque farci ingannare da una logica ipocrita e buonista che tende a nascondere una deriva pericolosa: quella di creare una società multirazzista, fondata su una disparità di atteggiamenti che vanno a concedere, con furbesca demagogia, diritti e priorità a tutti, senza tener conto delle identità, delle esigenze e delle specificità di nessuno.
Quella in atto è una strategia che certa sinistra - appoggiata dai peggiori poteri forti che puntano alla costruzione di manodopera a basso costo da poter sfruttare per competere nel libero mercato - porta avanti da tempo: gli alloggi popolari regalati agli immigrati, i sussidi giornalieri ai rom, le decine di migliaia di euro spesi per servizi spacciati come “opere d’integrazione” e mai utilizzati, la priorità d’accesso agli asili nido per i non italiani, il tentennamento sulla costruzione dei CIE. L’ennesimo provvedimento farsa è andato in scena, senza che nessuno si preoccupasse dei mille intoppi che produrrà in un sistema sanitario, quello toscano, già colpito da una gestione consociativa e da una pesante carenza di strutture e di funzionalità.
Con questa azione abbiamo voluto sottolineare che quello in atto è un modello sociale di ispirazione progressista foriero di fratture culturali e sociali, un modello di meltin pot sfrenato, un grande calderone che rischia di esplodere e di produrre fratture insanabili, ghetti razziali, disparità e false promesse; una “terra di nessuno” dove tutto è permesso, in barba alla linea del governo nazionale. Quello in essere è un modello sociale nel quale la cittadinanza italiana è un optional che conviene non avere e nel quale i doveri sono una cattiva abitudine di qualche nostalgico dei bei tempi andati. Alla fine ci hanno convinti: “siamo tutti clandestini!”. O, almeno, così converrebbe per evitare i mutui bancari, le emergenze abitative, la tassazione e il precariato. Questo è solo l’inizio. Nei prossimi mesi una serie di azioni agiteranno le notti fiorentine in attesa dell’inaugurazione della nuova Casaggì. Il nostro “centro sociale di destra”, punto di riferimento per i tanti giovani fiorentini che si riconoscono nella politica della destra sociale e identitaria, avrà a breve una nuova sede, aperta a mille nuova attività.
sabato 24 luglio 2010
martedì 8 giugno 2010
CALCIO STORICO: UNA TRADIZIONE DA SALVARE!
Proviamo ad immaginare cosa succederebbe a Siena se venisse cancellato il Palio. Firenze sta subendo esattamente questo. Forse il nostro Calcio in Costume non sarà partecipato come il Palio dai Senesi, ma è pur sempre la nostra tradizione e l'incuranza delle ultime amministrazioni comunali sta scrivendo la parola "fine" su questo gioco tutto fiorentino.
E' vero, esistono dei problemi e senza un percorso comune tra Palazzo Vecchio, Questura e Colori il Calcio Storico è destinato a chiudere. Ma davvero il Comune vuole intraprendere questo percorso? Matteo Renzi è stato eletto sindaco un anno fa, ma il Presidente del Calcio Storico è stato nominato solo a marzo di quest'anno, quando forse il tempo per arrivare ad un accordo sul regolamento non c'era già più.
I calcianti sono accusati di essere intransigenti e di ricattate l'amministrazione non accettando alcuna proposta di accordo. Ma tra Comune e Questura, accusare i calcianti non è forse la via più facile per giustificare il mancato accordo?
In realtà quello che dicono i calcianti è semplice: noi andiamo in campo per una rievocazione storica e per far divertire fiorentini e turisti praticando un gioco che, da sempre, ottempera anche qualche schiaffone, perchè dovremmo rischiare di prenderci delle denunce per un gioco? Denunce che si proiettano poi nella vita di tutti i giorni? Denunce che portano a spese e processi? Denunce che impediscono di lavorare?
Occorre un regolamento che tuteli anche questo aspetto. Nessuno vuole Piazza Santa Croce trasformata in un Far West, questo è quello che dicono coloro che hanno interesse a giustificare la cancellazione del Calcio Storico.
I calcianti non sono nè animali, nè delinquenti. Sono persone che, al pari di molti di noi, amano questo gioco e questa tradizione, ma che, proprio perché sono ragazzi normalissimi, per un gioco non hanno intenzione di rovinarsi la vita.
Quando capiremo questo, forse riavremo il vero Calcio Storico. Viva Fiorenza!
mercoledì 2 giugno 2010
CASAGGì TRASLOCA. ARRIVA UNO SPAZIO PIU' GRANDE PER MILLE NUOVE ATTIVITA'!
Casaggì trasloca e si trasferisce. Dopo 15 anni di locazione nell’ormai storica sede di via Maruffi, l’ultimo dei quali portato avanti tra abusivismo e sfratto, il nostro “centro sociale di destra” coglie l’occasione per rinnovarsi ed aprire uno spazio nuovo, più grande e più adeguato ad ospitare le attività culturali, politiche, ludiche e meta-politiche che abbiamo in cantiere.
L’obiettivo è quello di raddoppiare letteralmente gli spazi, passando da una sede ormai fatiscente ad un luogo che possa diventare realmente il punto d’incontro di quelle avanguardie giovanili che abbiamo la voglia di rappresentare. Un luogo nel quale sia possibile svolgere regolarmente e senza sotterfugi le attività di bar e di birreria, di cinema e di organizzazione di feste ed eventi, di concerti live e conferenze, di riunioni e mobilitazioni, di libreria e vendita di materiale non conforme, di laboratorio pittorico e galleria artistica, di palestra per sport e autodifesa, di biblioteca e punto web, di officina informatica e sportello sociale di aiuto al cittadino, di segreteria politica e ufficio di consulenza gratuito e partecipato, di volontariato e di vita militante.
Le Comunità sono tali in virtù del legame che esiste tra le persone che le compongono. E’ evidente che quel legame va aldilà di quattro mura e sebbene sia “emotivamente” difficile lasciare le stanze nelle quali siamo cresciuti, è assolutamente fantastico provare il brivido di una nuova avventura fatta di nuovi progetti e di nuove ambizioni. Serviva quel salto di qualità che da tempo sognavamo e che in tutti questi anni era sempre rimasto indefinito: adesso siamo pronti.
Tra pochi giorni, una volta concluso il trasloco, inizieremo i lavori nella nuova Casaggì, che pensiamo possa essere pronta alla grande inaugurazione per il mese di settembre. Ogni aiuto, ogni consulenza ed ogni sostegno saranno graditi, per costruire assieme un sogno che da tempo avevamo nel cassetto. Terremo tutti aggiornati delle quotidiane evoluzioni tra la calce, i mattoni e la voglia di lottare…
L’indirizzo della nuova sede sarà comunicato appena inizieranno i lavori di ristrutturazione nei nuovi locali. Fino alla comunicazione della nuova locazione, siamo reperibili in via Maruffi.
Avanti e più avanti ancora!
CASAGGì PER MILLE ANNI!
lunedì 17 maggio 2010
FIRENZE: PARTE LA CAMPAGNA CONTRO LA RU486!
Firenze è una delle città che difende la pillola abortiva RU486 a spada tratta. Noi non intendiamo farne una battaglia politica, né una diatriba di ordine religioso. Questa per noi, è una questione di principio. In un modello sociale che tende alla de-responsabilizzazione della persona e alla riduzione di tutto il vissuto in merce, vorremmo che almeno la vita restasse fuori da queste logiche. Per noi la vita inizia col suo concepimento e non possono esserci dei confini e dei paletti, perché parliamo di un processo di evoluzione che, passo dopo passo, porta al feto. L’aborto è di per sé una rinuncia alla vita e al futuro; è una scelta che non valorizza affatto la donna, ma la relega alla funzione di un “sacco da riempire a piacimento”; è una strada che mortifica anche l’uomo, riducendolo ad un mero prestatore di opera sessuale senza diritto di paternità. Se già l’aborto nelle sue forme più complesse è di per sé una non assunzione delle proprie responsabilità, la pillola è addirittura uno schiaffo alla dignità umana. Quello che si vuole imporre è un concetto ben più pericoloso: l’aborto come rimedio immediato e a portata di mano, accessibile e fai da te, libero e indolore. L’aborto a domicilio, mal regolato e ben oltre i paletti fissati dalla legge 194 che regola la materia. Se oggi è previsto il ricovero, c’è già chi pensa di poterla dispensare come fosse un’aspirina e, nei “liberissimi” Stati Uniti la si sta già testando come contraccettivo, gioendo della sua assenza di controindicazioni in caso di assunzione regolare. La RU486 può essere assunta fino a 50 giorni dal concepimento e agisce attraverso il principio attivo del mifepristone: un vero e proprio “pesticida umano” che uccide il feto e costringe la “madre” a tenerne il cadavere in grembo fino a 15 giorni, prima di espellerlo. Una pratica abietta che annienta una creature indifesa, innocente e incapace di scegliere; a differenza di chi, con mille metodi contraccettivi a disposizione, si è comunque ritrovato in una maternità indesiderata. Dal 1978 ad oggi, in Italia, sono stati praticati oltre 5 MILIONI di aborti: una intera generazione spazzata via dalla paura. E da adesso sarà sempre peggio. Difendi la vita, sempre.
venerdì 7 maggio 2010
I BARONATI CONNIVENTI E L’ANTIFASCISMO DEI TOPI COL FORMAGGIO…
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Cronaca fiorentina di infamie accademiche e utili idioti
Come tutti sappiamo si stanno svolgendo le campagne elettorali universitarie per il rinnovo del CNSU e i movimenti politici organizzati su scala nazionale – come Azione Universitaria – corrono per eleggere i propri candidati e dare un futuro alle proprie battaglie studentesche. Come ogni campagna elettorale che si rispetti le liste concorrenti prenotano gli spazi in ogni facoltà, per poi fare propaganda e distribuire i propri volantini. Una pratica normale, di routine. Normale e di routine è anche la programmazione della campagna elettorale, che solitamente prevede la prenotazione dei suddetti spazi con largo anticipo a prescindere da quelli che saranno gli impegni quotidiani. Per oggi avevamo prenotato, tempo addietro, uno spazio nella facoltà fiorentina di Lettere. Una facoltà che la sinistra antagonista sente come propria in virtù dei bivacchi che le vengono concessi dal personale che gestisce questo luogo pubblico. In questa facoltà, peraltro, la nostra Comunità ha eletto un consigliere lo scorso anno ma, se anche così non fosse, avrebbe comunque – e ci mancherebbe altro – tutto il DIRITTO di fare propaganda liberamente. Avrebbe, perché nei fatti le cose non stanno così.
La prenotazione dello spazio di propaganda che a suo tempo avevamo richiesto, così come per tutte le altre facoltà in tutti i giorni possibili, è diventata l’oggetto di una squallida manovra. La segreteria preposta alla registrazione e alla concessione degli spazi, perlopiù composta da militanti attivi della CGIL, ha pensato bene di avvisare della nostra potenziale presenza gli attivisti dell’estrema sinistra affinché impedissero il regolare svolgersi della cosa. Noi, che avevamo prenotato lo spazio ma abbiamo rinunciato all’organizzazione della cosa perché già impegnati in altre facoltà, siamo stati avvisati della presenza di una cinquantina di persone da un nostro attivista iscritto alla facoltà. Cinquanta subumani, evidentemente dotati di quel tempo libero che il “non fare una segaccia di nulla” permette loro, erano schierati all’ingresso di una facoltà vuota, per il solo allarme procurato da chi, anziché svolgere il proprio lavoro di impiegato pubblico, gioca al mandante ideologico della guerriglia. Caschi, striscioni e guanti di pelle (il freddo di maggio) a corredo di un quadretto che ormai conosciamo bene e che dovrebbe essere – almeno stando a quanto si millanta – antagonista a quei signori che prontamente alzano il telefono per informarli di tutto ciò che facciamo.
In questa città, dove un manipolo di emarginati sociali con il vizio di compiere eroiche imprese, capita che i baronati universitari e gli addetti ai lavori siano conniventi con le peggiori pratiche dell’antifascismo militante. I loro riferimenti “culturali”, che cianciano di LAVORO (in grassetto e con la maiuscola, mi raccomando) anche quando sputano per terra, hanno così tanto da faticare che riescono ad aggiornare una decina di siti e di blog diversi con cadenza quotidiana e con orari che lasciano presupporre un sacco di tempo libero nelle ore diurne e una preoccupante mancanza di fica in quelle notturne. E capita che, in nome di questa schifezza, qualcuno si possa anche far male. Se oggi, infatti, due o tre dei nostri militanti si fossero recati in quelle lande domani ne avremmo sentito il racconto al telegiornale. Hanno fatto come i topi col formaggio: è bastato un falso allarme, un avviso, una mezza telefonata di qualche spione e tutti sono corsi con la bava alla bocca. Nel frattempo, dall’altra parte della città, noialtri svolgevamo regolarmente le nostre attività di propaganda, constatando una totale assenza di “presenza nemica”.
Che da oggi possa essere una strategia di depistaggio? Chissà. Restano comunque vergognosi l’appoggio e l’agibilità che a questi signori viene data da chi dovrebbe preoccuparsi della cosa pubblica. Lo squallore umano e politico di certa gente è noto a tutti da tempo, così come la loro malafede. Gente che è sempre pronta ad attaccare visceralmente tutto e tutti in nome di un’autonomia che non c’è mai stata e alla quale si è sempre preferito una più comoda collaborazione con le Istituzioni, le forze sindacali, i baronati accademici, il mondo della cultura e una certa magistratura.
Noi, che pure veniamo accusati di essere “spalleggiati” dai nostri politici i riferimento (e ci sembra ovvio, altrimenti tanto “nostri” non sarebbero), non abbiamo mai negato di votare chi votiamo. Ci candidiamo e facciamo politica mettendoci il nome, il cognome e la faccia. Non scriviamo da blog anonimi, non viviamo di rancori, non abbiamo paure represse, non ci contrapponiamo preventivamente a nessuno, non mettiamo le bombe e non incendiamo le sedi altrui, non ci nascondiamo dietro a nessuno e facciamo tutto alla luce del sole. Qualcun altro, evidentemente a corto di stile e di dignità, agisce in altro modo.
Cronaca fiorentina di infamie accademiche e utili idioti
Oggi ne è successa una nuova. Grave, ma allo stesso tempo indicativa dello stato di psicodramma nel quale sguazza certa gente. E prendiamo atto che ci sono persone che preventivamente fondano la propria ragion d’essere sul rompimento organizzato dei coglioni altrui. Gente che vive di luce riflessa e di rincorse (rigorosamente virtuali), di rancori e di codardia, di blog clonati (i cui autori lautamente finanzieranno le nostre future attività) e di bravate notturne.
Come tutti sappiamo si stanno svolgendo le campagne elettorali universitarie per il rinnovo del CNSU e i movimenti politici organizzati su scala nazionale – come Azione Universitaria – corrono per eleggere i propri candidati e dare un futuro alle proprie battaglie studentesche. Come ogni campagna elettorale che si rispetti le liste concorrenti prenotano gli spazi in ogni facoltà, per poi fare propaganda e distribuire i propri volantini. Una pratica normale, di routine. Normale e di routine è anche la programmazione della campagna elettorale, che solitamente prevede la prenotazione dei suddetti spazi con largo anticipo a prescindere da quelli che saranno gli impegni quotidiani. Per oggi avevamo prenotato, tempo addietro, uno spazio nella facoltà fiorentina di Lettere. Una facoltà che la sinistra antagonista sente come propria in virtù dei bivacchi che le vengono concessi dal personale che gestisce questo luogo pubblico. In questa facoltà, peraltro, la nostra Comunità ha eletto un consigliere lo scorso anno ma, se anche così non fosse, avrebbe comunque – e ci mancherebbe altro – tutto il DIRITTO di fare propaganda liberamente. Avrebbe, perché nei fatti le cose non stanno così.
La prenotazione dello spazio di propaganda che a suo tempo avevamo richiesto, così come per tutte le altre facoltà in tutti i giorni possibili, è diventata l’oggetto di una squallida manovra. La segreteria preposta alla registrazione e alla concessione degli spazi, perlopiù composta da militanti attivi della CGIL, ha pensato bene di avvisare della nostra potenziale presenza gli attivisti dell’estrema sinistra affinché impedissero il regolare svolgersi della cosa. Noi, che avevamo prenotato lo spazio ma abbiamo rinunciato all’organizzazione della cosa perché già impegnati in altre facoltà, siamo stati avvisati della presenza di una cinquantina di persone da un nostro attivista iscritto alla facoltà. Cinquanta subumani, evidentemente dotati di quel tempo libero che il “non fare una segaccia di nulla” permette loro, erano schierati all’ingresso di una facoltà vuota, per il solo allarme procurato da chi, anziché svolgere il proprio lavoro di impiegato pubblico, gioca al mandante ideologico della guerriglia. Caschi, striscioni e guanti di pelle (il freddo di maggio) a corredo di un quadretto che ormai conosciamo bene e che dovrebbe essere – almeno stando a quanto si millanta – antagonista a quei signori che prontamente alzano il telefono per informarli di tutto ciò che facciamo.
In questa città, dove un manipolo di emarginati sociali con il vizio di compiere eroiche imprese, capita che i baronati universitari e gli addetti ai lavori siano conniventi con le peggiori pratiche dell’antifascismo militante. I loro riferimenti “culturali”, che cianciano di LAVORO (in grassetto e con la maiuscola, mi raccomando) anche quando sputano per terra, hanno così tanto da faticare che riescono ad aggiornare una decina di siti e di blog diversi con cadenza quotidiana e con orari che lasciano presupporre un sacco di tempo libero nelle ore diurne e una preoccupante mancanza di fica in quelle notturne. E capita che, in nome di questa schifezza, qualcuno si possa anche far male. Se oggi, infatti, due o tre dei nostri militanti si fossero recati in quelle lande domani ne avremmo sentito il racconto al telegiornale. Hanno fatto come i topi col formaggio: è bastato un falso allarme, un avviso, una mezza telefonata di qualche spione e tutti sono corsi con la bava alla bocca. Nel frattempo, dall’altra parte della città, noialtri svolgevamo regolarmente le nostre attività di propaganda, constatando una totale assenza di “presenza nemica”.
Che da oggi possa essere una strategia di depistaggio? Chissà. Restano comunque vergognosi l’appoggio e l’agibilità che a questi signori viene data da chi dovrebbe preoccuparsi della cosa pubblica. Lo squallore umano e politico di certa gente è noto a tutti da tempo, così come la loro malafede. Gente che è sempre pronta ad attaccare visceralmente tutto e tutti in nome di un’autonomia che non c’è mai stata e alla quale si è sempre preferito una più comoda collaborazione con le Istituzioni, le forze sindacali, i baronati accademici, il mondo della cultura e una certa magistratura.
Noi, che pure veniamo accusati di essere “spalleggiati” dai nostri politici i riferimento (e ci sembra ovvio, altrimenti tanto “nostri” non sarebbero), non abbiamo mai negato di votare chi votiamo. Ci candidiamo e facciamo politica mettendoci il nome, il cognome e la faccia. Non scriviamo da blog anonimi, non viviamo di rancori, non abbiamo paure represse, non ci contrapponiamo preventivamente a nessuno, non mettiamo le bombe e non incendiamo le sedi altrui, non ci nascondiamo dietro a nessuno e facciamo tutto alla luce del sole. Qualcun altro, evidentemente a corto di stile e di dignità, agisce in altro modo.
CONTRO L'EGEMONIA ROSSA NELLE NOSTRE FACOLTA' E NELLE NOSTRE SCUOLE.
PER IL DIRITTO DI TUTTI ALLA LIBERA ESPRESSIONE DELLE IDEE.
mercoledì 5 maggio 2010
GOD BLESS BOBBY SANDS!
Nato a Belfast nel marzo 1954, Robert Gerard “Bobby” Sands abbracciò la causa dell’indipendentismo irlandese a soli diciassette anni, nella convinzione di non poter fare nulla di diverso per combattere le ingiustizie che vedeva crescere intorno a lui. Arrestato più volte e più volte condannato senza prove a suo carico, trascorse gran parte della sua vita nello spietato carcere di Long Kesh – ribattezzato “The Maze” – dove, il 5 maggio del 1981, al culmine di una tragica protesta durata quattro anni, si lasciò morire di fame dopo aver rifiutato il cibo per ben 66 giorni consecutivi. Dopo di lui, tra il maggio e l’agosto 1981, altri nove giovani prigionieri repubblicani irlandesi, tutti al di sotto dei trent’anni, morirono a Long Kesh.
Bobby Sands è stato salutato come un eroe non soltanto dai suoi compagni ma da chiunque, in ogni parte del mondo, si ritrovi impegnato a lottare per la giustizia e la libertà !
E' un dovere per tutti noi ragazzi non dimenticare mai questa tragica storia...portando avanti le nostre battaglie nel nostro cammino di militanza, ogni volta che siamo assaliti da un momento di sconforto, ogni volta che ci scoraggiamo, quando vediamo tutto nero o quando stiamo quasi per mollare, è li che dobbiamo pensare a Bobby Sands per ritrovare la forza per lottare!
POTRANNO UCCIDERE UN RIVOLUZIONARIO,
MA NON UCCIDERANNO MAI LA RIVOLUZIONE!
lunedì 26 aprile 2010
CONFERENZA AZIONE GIOVANI - AZIONE STUDENTESCA EMPOLI: PER UNA NUOVA DESTRA!
MARTEDI' 4 MAGGIO ALLE ORE 17 ALLE ORE 18, PALAZZO DELL'ESPOSIZIONI
Questo è un incontro importante per presentare i nuclei studenteschi delle vostre scuole, cioè i vostri rappresentanti di Azione Giovani che vi aiuteranno e sosterranno per portare avanti quella militanza necessaria a trasformare questa città rossa. NON BASTA DIRE D'ESSERE DI DESTRA, alcune volte, come questa è indispensabile presentarsi.
CI SARANNO INTERVENTI INTERESSANTI:
Nicola Nascosti, Consigliere Regionale e Provinciale del PDL
Francesco Torselli, Presidente di Casaggì Firenze e Consigliere Comunale del PDL a Firenze
Paolo Baroncelli, Capogruppo dei Consiglieri del PDL di Empoli
Matteo Conti, Presidente Regionale di Azione Studentesca (Azione Giovani nelle scuole)
Andrea Poggianti, Dirigente Provinciale e di Empoli di Azione Giovani - Giovane Italia.
Lorenzo Mariano, Dirigente Azione Giovani - Giovane Italia Empoli e Responsabile di Azione Studentesca di Empoli.
e poi chiunque vorrà intervenire tra i presenti e/o i coordinatori dei nuclei di Azione Giovani nelle vostre scuole.
NON MANCATE, FORSE A FINE CONFERENZA SARA' OFFERTO UN BUFFET!!!!!
Questo è un incontro importante per presentare i nuclei studenteschi delle vostre scuole, cioè i vostri rappresentanti di Azione Giovani che vi aiuteranno e sosterranno per portare avanti quella militanza necessaria a trasformare questa città rossa. NON BASTA DIRE D'ESSERE DI DESTRA, alcune volte, come questa è indispensabile presentarsi.
CI SARANNO INTERVENTI INTERESSANTI:
Nicola Nascosti, Consigliere Regionale e Provinciale del PDL
Francesco Torselli, Presidente di Casaggì Firenze e Consigliere Comunale del PDL a Firenze
Paolo Baroncelli, Capogruppo dei Consiglieri del PDL di Empoli
Matteo Conti, Presidente Regionale di Azione Studentesca (Azione Giovani nelle scuole)
Andrea Poggianti, Dirigente Provinciale e di Empoli di Azione Giovani - Giovane Italia.
Lorenzo Mariano, Dirigente Azione Giovani - Giovane Italia Empoli e Responsabile di Azione Studentesca di Empoli.
e poi chiunque vorrà intervenire tra i presenti e/o i coordinatori dei nuclei di Azione Giovani nelle vostre scuole.
NON MANCATE, FORSE A FINE CONFERENZA SARA' OFFERTO UN BUFFET!!!!!
domenica 25 aprile 2010
TENTATO INCENDIO A CASAGGì NELLA NOTTE DEL 25 APRILE!
TORSELLI: “POTEVA ESSERE UNA STRAGE”; SCATARZI (CASAGGì): “UNA CERTA SINISTRA UTILIZZA IL 25 APRILE PER DIFFONDERE ODIO”. APPELLO DEI MILITANTI ALLE ISTITUZIONI ED AI VERTICI DEL PARTITO: “NON LASCIATECI SOLI”. LA SOLIDARIETA' DEL SINDACO RENZI E DELLA GIUNTA COMUNALE.
Questa mattina, di fronte a Casaggì (il Centro Sociale di Destra, in Via Maruffi 3, che ospita anche la sede della Giovane Italia, movimento giovanile del PdL e gli uffici dei consiglieri comunali e circoscrizionali che la struttura ha eletto nelle liste del PdL) sono stati rinvenuti da alcuni militanti diversi litri di benzina, i quali avevano già imbevuto parte dell’ingresso, le scalette antistanti l’edificio e gli stipiti del portone d’accesso. Sul luogo è intervenutala Polizia che ha aperto le indagini per capire anche i motivi per cui l’attentato non sia stato portato a termine.
“Poteva essere una strage, – racconta Francesco Torselli, consigliere comunale del PdL e dirigente nazionale della Giovane Italia – anche alla luce del fatto che all’interno vi erano alcuni ragazzi che erano rimasti a dormire”.
“Non è la prima volta che Casaggì subisce questo tipo di attentati; – continua l’esponente del centrodestra e riferimento nelle istituzioni della struttura – già nel giugno del 2007 un incendio distrusse il portone e rischiò di propagarsi all’interno dell’intero edificio”.
“In questi ultimi giorni – spiega ancora Torselli – stiamo assistendo ad una preoccupante escalation di violenza, iniziata con l’assalto alla Consulta Provinciale degli studenti e le seguenti aggressioni patite dai nostri militanti in alcune scuole fiorentine; occorre al più presto un intervento congiunto di tutte le istituzioni affinché non si superi quel punto di non ritorno che, spero, nessuno voglia raggiungere”.
“A tal proposito – sottolinea il consigliere comunale del PdL – un sentito ringraziamento va al Sindaco di Firenze Matteo Renzi ed all’assessore Massimo Mattei che, a nome dello stesso sindaco e della giunta si è recato personalmente in Via Maruffi per esprimere la propria solidarietà ai ragazzi di Casaggì”.
Per Marco Scatarzi, responsabile di Casaggì, questo “è il risultato dell’esasperazione del clima d’odio montato da una certa sinistra in occasione di ogni 25 Aprile”.
“Apprezziamo la solidarietà dell’assessore Mattei e del Sindaco Matteo Renzi – prosegue Scatarzi – attendiamo che tutte le forze politiche oggi impegnate a parlare di libertà e democrazia, facciano altrettanto isolando chi compie questi gesti”.
I militanti della Giovane Italia e di Casaggì, la maggior parte di età compresa tra 15 e 20 anni, rivolgono un appello a tutte le istituzioni, a tutte le forze democratiche e soprattutto ai vertici locali e nazionali del Popolo della Libertà affinchè “questo clima di odio che oggi ci vede nell’occhio del mirino, non si trasformi in futuro in una vera e propria guerra per bande; il partito che noi supportiamo, e per il quale ci facciamo anche aggredire nelle scuole e nelle università, dimostri coi fatti di esserci vicino e di tutelarci nelle sedi istituzionali e sul territorio”.
Sul 25 Aprile tornano Torselli e Scatarzi ai quali si aggiungono Alessandro Draghi, consigliere circoscrizionale del PdL al Quartiere 2, Giacomo Giacintucci e Gabriele Bagnoli, dirigenti giovanili e rispettivamente consiglieri comunali a Scandicci e Impruneta: “purtroppo, nonostante i 65 anni dalla fine della guerra civile, esistono ancora, per volere esplicito di qualcuno, due tipi di 25 Aprile: da una parte chi continua a celebrare la festa dell’odio e delle divisioni e dall’altra, chi come noi, riserva un sentimento di umana pietà a tutti i caduti di quella terribile stagione, non dimenticando chi combatteva dalla parte sconfitta, nel nome di quella pacificazione nazionale che il nostro paese ancora non ha conosciuto”.
Questa mattina, di fronte a Casaggì (il Centro Sociale di Destra, in Via Maruffi 3, che ospita anche la sede della Giovane Italia, movimento giovanile del PdL e gli uffici dei consiglieri comunali e circoscrizionali che la struttura ha eletto nelle liste del PdL) sono stati rinvenuti da alcuni militanti diversi litri di benzina, i quali avevano già imbevuto parte dell’ingresso, le scalette antistanti l’edificio e gli stipiti del portone d’accesso. Sul luogo è intervenuta
“Poteva essere una strage, – racconta Francesco Torselli, consigliere comunale del PdL e dirigente nazionale della Giovane Italia – anche alla luce del fatto che all’interno vi erano alcuni ragazzi che erano rimasti a dormire”.
“Non è la prima volta che Casaggì subisce questo tipo di attentati; – continua l’esponente del centrodestra e riferimento nelle istituzioni della struttura – già nel giugno del 2007 un incendio distrusse il portone e rischiò di propagarsi all’interno dell’intero edificio”.
“In questi ultimi giorni – spiega ancora Torselli – stiamo assistendo ad una preoccupante escalation di violenza, iniziata con l’assalto alla Consulta Provinciale degli studenti e le seguenti aggressioni patite dai nostri militanti in alcune scuole fiorentine; occorre al più presto un intervento congiunto di tutte le istituzioni affinché non si superi quel punto di non ritorno che, spero, nessuno voglia raggiungere”.
“A tal proposito – sottolinea il consigliere comunale del PdL – un sentito ringraziamento va al Sindaco di Firenze Matteo Renzi ed all’assessore Massimo Mattei che, a nome dello stesso sindaco e della giunta si è recato personalmente in Via Maruffi per esprimere la propria solidarietà ai ragazzi di Casaggì”.
Per Marco Scatarzi, responsabile di Casaggì, questo “è il risultato dell’esasperazione del clima d’odio montato da una certa sinistra in occasione di ogni 25 Aprile”.
“Apprezziamo la solidarietà dell’assessore Mattei e del Sindaco Matteo Renzi – prosegue Scatarzi – attendiamo che tutte le forze politiche oggi impegnate a parlare di libertà e democrazia, facciano altrettanto isolando chi compie questi gesti”.
I militanti della Giovane Italia e di Casaggì, la maggior parte di età compresa tra 15 e 20 anni, rivolgono un appello a tutte le istituzioni, a tutte le forze democratiche e soprattutto ai vertici locali e nazionali del Popolo della Libertà affinchè “questo clima di odio che oggi ci vede nell’occhio del mirino, non si trasformi in futuro in una vera e propria guerra per bande; il partito che noi supportiamo, e per il quale ci facciamo anche aggredire nelle scuole e nelle università, dimostri coi fatti di esserci vicino e di tutelarci nelle sedi istituzionali e sul territorio”.
Sul 25 Aprile tornano Torselli e Scatarzi ai quali si aggiungono Alessandro Draghi, consigliere circoscrizionale del PdL al Quartiere 2, Giacomo Giacintucci e Gabriele Bagnoli, dirigenti giovanili e rispettivamente consiglieri comunali a Scandicci e Impruneta: “purtroppo, nonostante i 65 anni dalla fine della guerra civile, esistono ancora, per volere esplicito di qualcuno, due tipi di 25 Aprile: da una parte chi continua a celebrare la festa dell’odio e delle divisioni e dall’altra, chi come noi, riserva un sentimento di umana pietà a tutti i caduti di quella terribile stagione, non dimenticando chi combatteva dalla parte sconfitta, nel nome di quella pacificazione nazionale che il nostro paese ancora non ha conosciuto”.
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