domenica 29 novembre 2009

Storia di un militante

Di un militante di Azione Studentesca/Casaggì

Dalla morte di Sergio Ramelli sono ormai passati più di trent' anni, eppure davanti all' entrata delle scuole, per i corridoi e nelle aule di esse, c' è chi non è ancora libero di esprimere il proprio pensiero politi, di desrivere la propria visione del mondo, di avere un' identità nazionale, di essere insomma, se stesso, e viene chiamato razzista, fanatico, fascista picchiatore, addirittura io sono stato chiamato da un ragazzo a scuola, che neanche mi conosceva, elemento del sistema, il solito sistema che quotidianamente, svuotando i cestini della sede, facendo volantinaggio, partecipando alle manifestazioni, facendo quindi militanza, cerco di cambiare.Chi come me manifesta idee di nazionalismo, di diversità tra i popoli e tra le persone, chi crede in un' identità nazionale e la sente forte dentro di se, chi sogna un' Europa che non sia delle banche e dei suoi aguzzini, ma dei popoli e delle loro tradizioni, chi, ancora come me, crede che il mondo non debba essere materialista e che la scienza debba avvicinarsi ai dogmi e ciò perchè non siamo solo un conglomerato di materia organica, ma soprattutto anima e pensiero, chi è come me, insomma, viene spesso oppresso dalle professoesse e dai professori, trattati diversamente dai presidi ed emarginati dai compagni.Lottare contro chi cerca di monopolizzare la società, imponenedo le propie idee, il loro stile, creando una forma di uguaglianza che non è eco di libertà, perchè essi creano "UOMINI AUTOMA", elementi "OMOLOGATI" per il sistema ce vogliono creare.lottare contro tutto ciò, prendendo 5 ai compiti in classe di professori e professoresse che non la pensano come me, venendo etichettato e rischiando di essere messo in mezzo dai ragazzi che non sanno più come fronteggiare ciò che, con la mia comunità divulgo nelle scuole, nelle piazze e negli organi scolastici, è il modo che ho scelto per far si che le cose cambino e per fare in modo che, chi frequenterà la scuola dopo di me non debba più soffrire ciò che ha sofferto chi come Sergio he scelto di concretizzare un sogno che ha.

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