“Ci risiamo. Come ogni anno il corteo cittadino in ricordo dei martiri delle foibe, promosso dalla Giovane Italia, da Casaggì e da Studenti per le Libertà e aperto a tutta la cittadinanza e i movimenti, ha innescato una evitabile spirale di tensione. I centri sociali e la sinistra radicale, infatti, hanno indetto il consueto “contro-corteo”, per protestare contro il “revisionismo storico, il governo Berlusconi e il Fascismo”, così dichiarano Marco Scatarzi e Andrea Badò, rispettivamente Presidente e Coordinatore cittadino della Giovane Italia, il movimento giovanile del PdL che ha promosso l’iniziativa”.
“Il comunicato diramato dagli antagonisti – dichiara Scatarzi - è un delirio di follia e un’arrampicata sugli specchi di pessima fattura. Ci accusano di strumentalizzare il martirio degli infoibati e l’esilio e poi scendono in piazza contro il governo Berlusconi, parlano di diritti e negano la memoria di martiri senza colpa, puntano il dito contro una ricorrenza riconosciuta a tutti i livelli e dipingono il Ministro Meloni come un nemico degli studenti, parlano di Riforma Gelmini, e blaterano di appalti e di mazzette, tirano in ballo la situazione degli operai della Fiat e parlano di scuole e università. Insomma, pur di scendere in piazza hanno tirato in ballo tutto e il contrario di tutto, hanno strumentalizzato ogni argomento possibile e hanno fatto un minestrone senza senso”.
“Noi saremo in piazza – prosegue Badò – col tricolore e senza simboli di partito, a testimonianza del fatto che il nostro obiettivo è quello di creare una memoria condivisa e trasversale che possa rendere giustizia ai nostri martiri dopo sessant’anni di silenzio. E’ assurdo che chi ricorda questa pagina di storia debba essere tacciato di essere un revisionista e forse ha ragione Pansa quando afferma che la storia è scritta dai vincitori a discapito dei vinti. Un paese non può essere realmente libero finchè non si è liberato di quelle macchie che lo hanno infangato.”
“Ci aspettiamo – proseguono Scatarzi e Badò – una condanna e una presa di distanza da parte di tutte le istituzioni, aldilà delle differenze politiche e partitiche, perché certi argomenti non sono assolutamente accettabili e risultano offensivi. Ci chiediamo anche se il corteo che partirà alle 15,30 da Piazza San Marco sia autorizzato e se l’obiettivo dello stesso non sia l’arrivo in Largo Martiri delle Foibe e il conseguente disturbo della nostra iniziativa, che proprio lì si concluderà.
“Il nostro corteo – concludono Scatarzi e Badò- che ormai da anni cresce e si fa sempre più partecipato, è un momento di condivisione e di ricordo che si svolge nella massima tranquillità e che mette insieme, sotto il tricolore, cittadini e membri delle istituzioni che hanno a cuore un eccidio troppo a lungo dimenticato. La nostra iniziativa, che quest’anno vede la partecipazione di un Ministro e di molte personalità politiche, è un esempio di trasversalità e di mobilitazione che per esistere non ha bisogno di seminare odio e di rinvigorire rancori sopiti. Noi anteponiamo la coscienza di popolo all’odio di parte, alla prevaricazione e alle accuse. Il 5 febbraio saremo in piazza, coi nostri tricolori come ogni anno, fieri della nostra appartenenza e convinti della nostra azione. E, come ogni anno, nessuna intimidazione andrà a segno e nessuna minaccia avrà il potere di fermare una marcia libera e responsabile, nata per ricordare dei morti che qualcuno vuole continuare ad uccidere negando loro il diritto di entrare a far parte della storia di questo paese”.
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