domenica 13 febbraio 2011

QUALI DONNE, QUALI DIRITTI? CASAGGì RISPONDE ALLE PROTESTE FEMMINISTE...


L'Italia è un paese strano. Un paese nel quale le donne, nel 2011 e con tutto ciò che vediamo attorno, reclamano dei diritti che neanche conoscono. Quali diritti? Cosa vi manca? Cosa non avete ancora? E perchè scendere in piazza come donne, mettendo ancora in essere quella politica delle specie, delle parti, delle fazioni, dei generi...

Ma quali donne vogliono essere, le donne che battono le mani sulle pentole nelle piazze italiane? Perchè una Donna che sia tale, è Donna tutti i giorni. Non è Donna una volta ogni quattro anni quando un partito di opposizione comanda la fanfare di piazza contro la maggioranza di governo. Oggi, l'esser Donna, non ha niente a che fare con le maggioranze e le minoranze dei governi. Le cinquantenni inacidite e le quindicenni alle quali sono stati messi in mano dei cartelli con scritto "Sono donna e dico basta", sono un grottesco spettacolo da circo. Oggi è una scelta personale: avete voluto tutte le libertà di questo mondo e adesso che vi manca? 

Avete voluto la libertà di abortire, e potete anche usarla come anticoncezionale. Per di più, chi vi ingravida, non è neanche tenuto a saperlo. Facendolo, però, avete sacrificato la vostra dignità di madri sull'altare della presunta libertà sessuale (se solo aveste studiato meglio l'antichità, in materia di libertà sessuale..). Avete avuto tutto e molte di voi sono finite ad esibirlo in tv, sui cubi delle discoteche, nelle riviste patinate. 

Un tempo eravate nelle piazze a gridare gli slogan sul vostro utero e sulla libertà sessuale; oggi siete a fare la guardia al peggior bigottismo, quello che si scandalizza per qualche scopata vera o presunta e grida alla crisi di Stato. Avete preso il peggio dagli uomini che vi accompagnavano in quegli anni: quelli che blateravano l'abbattimento del sistema capitalista e sono finiti a lavorare nelle banche, negli enti statali, nelle università. I rivoluzionari a tempo determinato, che hanno dismesso il passamontagna per indossare la cravatta. 

Agitate la piazza a colpi di morale. Ma chi siete, voi? Chi vi ha investite della possibilità di guardare gli altri dall'alto in basso e dire cosa è giusto, cosa è sbagliato, cosa manca e cosa serve? Quanto pagheremmo per vedervi, fragili come tutti gli altri, nella vostra intimità di mogli, di amanti o di partner. Quanto ci piacerebbe constatare se questa morale a comando è davvero una morale integrale che vale ogni santo giorno e alla quale avete dedicato una vita. Perchè di solito, chi è superiore, non scende in piazza a dirlo: lo è, punto e basta. Si limita ad esserlo, non si sforza di sbandierarlo. 

Avete reclamato il lavoro, giustamente. Ma siete finite alle quote rosa: come se, per garantirvi da mangiare, aveste bisogno dei posti prenotati, della raccomandazione di Stato. Come se, ancora una volta, le differenze di sesso e di genere interessassero solo a voi. Se è la parità, l'obiettivo, che almeno ci si misuri ad armi pari. Non vi pare?

E si tappi immediatamente la bocca chi crede che, certa destra militante e sociale alla quale apparteniamo releghi la donna alla mansione di angelo del focolare. Uno sguardo disinteressato e sincero alla nostra storia, dove di diritti delle donne si è sempre parlato anche oltre l'opportunismo politico, renderebbe bene l'idea. Ma è l'idea di Donna che cambia: da una parte, la vostra, ci sono le casse di risonanza del peggior progressismo a priori, dalla nostra i sacrifici silenziosi e nobili, la fedeltà, la difesa della vita, il merito e la capacità di essere organicamente inserite in una Comunità, senza pretendere e senza sbuffare. 

La vera libertà è  libertà da se stessi. 

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