Una parte della sala durante la presentazione del libro
Giorgia Meloni in visita a Casaggì
Si è svolta ieri pomeriggio, come da programma, l’attesa presentazione di “Noi crediamo”, con Giorgia Meloni. In una Villa Arrivabene stracolma di gente e di giovani si è parlato della meglio gioventù d’Italia. Sala stracolma, corridoi pieni e gente fuori nel piazzale, bloccata all’ingresso dagli impiegati comunali per la troppa folla presente nei locali. Un pomeriggio memorabile, nel quale si sono susseguite le storie di tante persone che non hanno mollato, che si sono messe in gioco, che hanno scommesso su questo paese e sulle proprie capacità, che hanno voluto rifuggire quello stereotipo giovanile condito di apatia e di superficialità che quest’epoca di acque basse e di deserti ha contribuito a creare. Storie vere, dirette, di una forza dirompente e di una grande semplicità: quella che non fa notizia, ma che manda avanti questo paese ogni santo giorno con costanza e dedizione. Stracolma e partecipatissima, a seguire, la serata organizzata a Casaggì, con una cena sociale impeccabile e un’armata di cari amici che come ogni volta ha saputo stringersi attorno al proprio avamposto di idee e di azioni.
Moltissimi i giovani, militanti di Casaggì e della Giovane Italia, ma anche ragazzi del quartiere spinti dalla curiosità e dalla voglia di conoscere un mondo politico fatto di impegno e di passione, di militanza vera e di ideali senza tempo. L’ennesimo successo di una Comunità politica che a Firenze ha rotto tabù insormontabili fino a qualche anno fa e lo ha fatto lavorando, senza perdersi in chiacchiericci da bar e in proclami virtuali. E questo è ciò che hanno trovato oggi e che troveranno sempre gli ospiti dei nostri eventi: non accolite di portaborse in doppiopetto, ma ragazzi con lo sguardo pulito e tanta voglia di lottare e di lasciare un segno su questa Terra, come lo hanno lasciato quelli che ci hanno consegnato questo testimone ideale, difendendolo a costo della vita.
Impeccabile come sempre Giorgia Meloni, conferma quotidiana di una politica nata per strada e in sezione, cresciuta con gli sforzi e le capacità di una Comunità nazionale e giunta a questi traguardi con l’umiltà e la volontà dei più forti, quelli che guardano oltre il muro dell’omologazione e hanno visioni profonde. Una politica che vuole essere partecipazione e giustizia sociale, amore per il Popolo e dono; che non ha paura di criticare chi sbaglia, anche e soprattutto se sta da questa parte; una politica fatta di gente che prima di aprire bocca affigge migliaia di manifesti e distribuisce migliaia di volantini; una politica fatta di sedi presidiate e difese, di avamposti tra le rovine, di amori sconfinati e destini che si intrecciano; una politica che non si arrende, che costruisce, che condivide, che non odia, che edifica, che antepone il bene comune al proprio ego, che sogna, che non torna indietro, che parla una lingua chiara e può tenere la testa alta. Una politica che ha saputo coniugare lo strumento delle istituzioni con le proprie radici culturali e valoriali, senza sminuirne l’identità e senza diventare il mezzo di nessuno. Una politica come poche altre: libera e bella.
E questa meglio gioventù d’Italia, in una data come questa, non può che dedicare questi magnifici intenti di lotta e vittoria a Mikis Mantakas, martire europeo. Quel testimone è in buone mani.
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