Casaggì era massicciamente presente a Roma per la grande manifestazione indetta da Giorgia Meloni e Fratelli d'Italia. Uno spezzone con oltre un centinaio di militanti, arrivati dalla Toscana, ha esposto striscioni contro lo Ius Soli e per la difesa della nostra identità. Decine di migliaia di italiani liberi hanno sfilato per le vie della capitale invocando un'Italia sovrana, libera dai poteri forti e capace di far rispettare le proprie regole ed i propri confini. Auspichiamo, come tutti i presenti, la creazione di un fronte sovranista che ponga l'interessa nazionale al centro dell'agenda politica.
domenica 29 gennaio 2017
domenica 13 novembre 2016
CASAGGì IN PIAZZA SANTA CROCE...
Casaggì era presente, con centinaia di militanti, alla grande manifestazione di piazza Santa Croce convocata da Matteo Salvini e Giorgia Meloni. Una presenza forte, quella destra identitaria, che ha ribadito la contrarietà ad un governo illegittimo che sta distruggendo letteralmente la nostra Nazione. Una bella prova di forza, superiore nei numeri e nei contenuti alle mobilitazioni di tante organizzazioni politiche di stampo elettorale: segno evidente che il modello della Comunità Militante, ferma su valori forti e su posizioni coerenti, è ancora il solo mezzo per stare tra la gente, organizzare le lotte e aggregare le coscienze critiche.
lunedì 5 settembre 2016
RINASCE AZIONE STUDENTESCA!
RINASCE “AZIONE STUDENTESCA”: SIMBOLI ANTICHI PER NUOVE BATTAGLIE. GLI STUDENTI IDENTITARI TORNANO NELLE SCUOLE DI TUTTA ITALIA.
Sono trenta le province nelle quali, con il trillo della prima campanella dell’anno scolastico, il simbolo della croce bretone tornerà ad accompagnare le rivendicazioni di quel mondo studentesco che non vuole riconoscersi nella “buona scuola” di Renzi e nell’egemonia culturale post-sessantottina, che vuole opporre la vitalità delle idee alla fatalità di un declino annunciato che attanaglia l’Italia e l’Europa.
Azione Studentesca torna a vivere per volontà dei militanti attivi sul territorio nazionale: nasce dal basso e godrà di una propria autonomia culturale e politica, sarà trasversale, avrà un programma chiaro e un’identità marcata. La scelta di utilizzare un nome conosciuto, che aveva caratterizzato le lotte studentesche in seno al progetto di Azione Giovani, è stata unanime: ritrovare una casa comune, rimarcare la continuità simbolica con il percorso di una Comunità umana che non ha mai reciso le proprie radici, restituire nuova linfa ad un simbolo che richiama la tradizione e la verticalità di una Civiltà in affanno.
Azione Studentesca vuole costruire un’altra scuola: non subordinata agli interessi dei privati, per un sapere svincolato dalla logica del mercato, per il primato della libertà di iniziativa sull’egemonia del Preside-sceriffo, per il trionfo della meritocrazia sul clientelismo, per una centralità dello studente nel “Comitato per la valutazione dei docenti”, nella presenza consultiva e decisionale dei Consigli d’Istituto e delle Consulte Provinciali, nell’istituzione di un organo di controllo dei Presidi che vigili e proponga. La nostra scuola è accessibile a tutti, efficiente e completa: non crolla, non ha barriere architettoniche e offre strutture moderne e sicure. E’ la scuola aperta allo sport e alla natura, è centro di aggregazione e di confronto anche dopo il trillo della campanella. E’ la scuola della socialità, dove non occorre un mutuo per compare i libri. E’ la scuola degli studenti e non dei potentati, delle caste e dei sindacati.
Azione Studentesca si batterà contro la scuola dei polli in batteria. Perché non siamo delle copie, degli automi o degli utenti. La scuola deve prepararci alla vita e non solo all’azienda: vogliamo diventare uomini e donne con una coscienza critica e un futuro dignitoso, vogliamo credere al verbo della volontà e non al germe della rassegnazione. L’insegnamento deve essere uno stimolo alla crescita e non un prodotto commerciale, deve educare e non omologare, deve offrire spunti e non nozioni. Deve formare persone e non polli in batteria.
Azione Studentesca vuole studiare, vivere e difendere l’identità. Abbiamo una storia e una terra, apparteniamo ad un popolo e ad una nazione. La nostra è la civiltà delle legioni di Roma e dei miti greci, dell’aratro e della spada, delle grandi cattedrali e dei dolci paesaggi, dell’arte e della navigazione, dei santi e degli eroi, della letteratura e del diritto. Siamo l’Europa delle patrie e delle identità, della famiglia naturale, dello spirito e delle tradizioni: il nostro destino non può esserci imposto dalla società multietnica dell’immigrazione senza regole, dai poteri globali e dall’ideologia gender. La scuola deve trasmetterci la fierezza di essere italiani ed europei, deve renderci orgogliosi di appartenere a tutto questo, affinchè possiamo iniziare a difendere ciò che abbiamo imparato ad amare.
domenica 3 aprile 2016
FIRENZE: SUCCESSO PER LA MANIFESTAZIONE TRICOLORE PROMOSSA DA CASAGGì IN PIAZZA STROZZI!
Firenze, la destra in piazza Strozzi per la "Manifestazione tricolore".
Dito puntato dagli organizzatori contro le politiche di Renzi, Rossi e Nardella: "la sinistra sta umiliando l'Italia e gli italiani, devono andare a casa prima che sia troppo tardi!"
Piazza Strozzi piena di tanti giovani, ma numerosi sono anche i meno giovani che siedono sul muretto di Palazzo Strozzi, nessuna bandiera di partito, ma solo bandiere italiane: la "Manifestazione Tricolore" promossa da Casaggì e Fratelli d'Italia, insieme a CasaPound, ha portato in piazza le diverse anime della destra fiorentina che, per un giorno, hanno scelto di rinunciare ai simboli di partito per puntare, tutti insieme, il dito contro le politiche di Renzi, a Rossi e Nardella.
Il primo a salire sul palco è Marco Scatarzi, organizzatore dell'evento e portavoce di Casaggì: "La manifestazione di oggi ha lo scopo di ribadire la centralità della Nazione, oggi privata di una propria sovranità e di un proprio destino. Il governo Renzi, tra un conflitto di interessi e un favore a qualche lobby, sta affossando le imprese, abbandonando i lavoratori e svendendo gli assi portanti della nostra economia, il tutto mentre si aprono le frontiere e si affronta il problema della denatalità consentendo l'ingresso di migliaia di clandestini. Vergognoso anche l'appoggio al TTIP, un trattato che imprime l'ennesima accelerazione mondialista all'Europa e devasta il nostro prodotto. Renzi che parla di combattere il terrorismo con la cultura è una barzelletta: le sole cose che ha fatto è stata quella di proporre lo Ius Soli ed andare a fare affari con i sauditi, primi finanziatori dell'Isis".
Giovanni Donzelli, capogruppo di Fratelli d'Italia in consiglio regionale, si scaglia contro il governatore Rossi: "come possiamo accettare di sentire parlare ogni giorno di sanità gratuita per immigrati ed extracomunitari, quando poi ad un cittadino italiano malato, vengono chiesti 10 euro per digitalizzare i risultati delle proprie analisi?". "Rossi - continua Donzelli - almeno è coerente: dopo aver regalato milioni di Euro ai Rom, poi ci si fa i self-service insieme. Ma sono le politiche per l'immigrazione di questo paese ad essere ridicole: noi dobbiamo essere solidali ed accoglienti con chi scappa dalla guerra, ma se quando sei in Italia ti metti a fare il delinquente, perdi lo status di rifugiato e te ne torni a casa tua!".
Conclude la "Manifestazione Tricolore" Francesco Torselli, capogruppo di Fratelli d'Italia a Palazzo Vecchio che parla di città commissariata e di un sindaco "prono al volere di Renzi e di quei poteri economici e finanziari che hanno permesso la scalata politica dell'attuale premier". "Renzi, Lotti e Carrai usano Palazzo Vecchio come fosse il salotto di casa loro - ha detto Torselli - e il sindaco eletto dai fiorentini gli fa da maggiordomo: questo è il rispetto per il voto dei cittadini che hanno questi personaggi. Arrivano a Firenze, chiamano il sindaco e gli assessori a raccolta e dettano loro la linea politica. Il dramma è che Nardella ed i suoi non fiatano neppure... Prendono appunti e fanno quello che gli viene detto". "Per non parlare dei consiglieri comunali del PD, - ha concluso il capogruppo di Fratelli d'Italia - quelli che hanno chiesto i vostri voti per governare Firenze... Non aprono mai bocca, accettano di tutto, non propongono mai mezza idea e quando lo fanno, come in occasione del Bilancio 2016, lo fanno per chiedere di dare 'case dignitose' ai Rom del Poderaccio. La prossima volta che gli incontrate e che vi chiederanno il voto, mandateli a fare campagna elettorale al Poderaccio!".
sabato 27 febbraio 2016
MANIFESTAZIONE TRICOLORE A FIRENZE!
LA CHIAMEREMO SEMPRE PATRIA
MANIFESTAZIONE TRICOLORE A FIRENZE
Sabato 2 aprile ore 17 - Piazza Strozzi
Sabato 2 aprile saremo in piazza Strozzi, nel cuore di Firenze, per parlare della nostra città e della nostra Italia. “La chiameremo sempre Patria”, un evento che vuole manifestare l’amore per la nostra Nazione e la volontà di restituirle un destino. Partiremo dal ricordo dei nostri martiri e dei nostri eroi per ritrovare il filo di Arianna della nostra identità: dai tanti innocenti massacrati nelle foibe per meno dei partigiani comunisti di Tito ai mille giovani che unirono l’Italia, dai ragazzi che ne difesero i confini nel fango delle trincee a chi seppe onorare la parola data fino all’ultimo respiro.
La nostra Patria è questa: il sacrificio dei migliori, il senso del bello, la difesa del bene comune, la giustizia sociale e lo spirito comunitario. La nostra Patria è sovrana perché difende il i propri confini; perché tutela la propria economia, le proprie aziende, il proprio prodotto, senza subire i diktat della finanza internazionale; perché elegge i propri governanti e pretende che siano all’altezza del compito. La nostra Patria, quella che vogliamo ricostruire, ha uno Stato che ci rende cittadini e non consumatori, che garantisce case, asili, sanità, lavoro e non solo le cartelle di Equitalia, che incentiva le nascite, che crea un quadro legislativo e sociale per le famiglie, che protegge bambini ed anziani e assicura sicurezza, legittima difesa e giustizia, che pensa prima ai propri figli e poi agli stranieri.
Vorremmo un’Italia che non ti fa venire voglia di mollare tutto e scappare, ma che ti costringe e darle il cuore e l’anima: un Nazione liberata dal peso della burocrazia, dai privilegi delle caste, dal malaffare, dalle fughe dei cervelli e dei capitali, dall’inciviltà, dalla denatalità. Abbiamo un destino perché abbiamo un’origine: siamo i figli di Roma e dell’Imperium, del Diritto e del trionfo dell’arte, della letteratura e della navigazione. Siamo i figli di Firenze, che è diventata grande sotto i segni di Dante e di Michelangelo, di Botticelli e di Giotto, di Vasari, di Machiavelli e di Leonardo: è un patrimonio che non può rassegnarsi a morire di Renzi e di Nardella.
LA CHIAMEREMO SEMPRE PATRIA
MANIFESTAZIONE TRICOLORE A FIRENZE
Sabato 2 aprile ore 17 - Piazza Strozzi
domenica 20 dicembre 2015
CASAGGì IN CORTEO: PRIMA GLI ITALIANI!
Il sogno si è avverato: tantissime persone hanno risposto all’appello di Casaggì e Fratelli d’Italia, con Gioventù Nazionale, sfilando per le strade di Firenze al grido di PRIMA GLI ITALIANI.
Una grande mobilitazione identitaria che ha centrato l’obiettivo: rappresentare il dissenso popolare e portarlo nelle strade, per lanciare un forte messaggio al governo Renzi nella città del Premier. Il riscatto dei tantissimi italiani che il buonismo ipocrita ha lasciato indietro: una maggioranza silenziosa e stanca, composta dai tanti lavoratori che mantengono in piedi questo sistema con le proprie tasse e si vedono scavalcati nelle graduatorie per le case popolari da chi è arrivato in Italia pochi mesi prima, dalle tante famiglie indigenti che si sacrificano silenziosamente per sbarcare il lunario, dai pensionati senza più una dignità, dai residenti di quelle periferie che stanno subendo la crisi economica e la violenza di un immigrazione incontrollata che viene pagata soltanto dagli ultimi, mentre la classe politica al governo continua a sistemare gli amici degli amici nella peggiore tradizione del clientelismo italiano.
Un messaggio chiaro al governo del “Boldrini-pensiero”: per una chiusura immediata delle frontiere e l’utilizzo della nostra Marina Militare per il presidio dei confini; contro il business milionario dell’accoglienza, che sta alimentando questo traffico disumano di persone; per una politica estera che intervenga nei paesi di origine con accordi e scelte forti che possano prevenire gli esodi; contro lo Ius Soli e la cittadinanza rapida; per la reintroduzione del reato di immigrazione clandestina e l’attuazione di un piano legislativo che consenta alle forze dell’ordine di intervenire e rimpatriare; contro quella elite politica, capeggiata dal Pd, che incarna uno spirito anti-nazionale incapace di rilanciare il paese, sempre attento alle ingiustizie che avvengono dall’altra parte del mondo, ma incapace di salvaguardare i nostri anziani, i nostri esodati, le nostre partite iva e i nostri cittadini.
Una manifestazione che non ha mai, neanche per un attimo, prestato il fianco alle banalizzazioni della “guerra tra poveri” che l’estrema sinistra – nella sua contromanifestazione – sperava di affibbiarci: sappiamo perfettamente che il primo nemico è quella globalizzazione che rappresenta la causa dei processi migratori, che relega l’uomo a merce, che destabilizza le Nazioni e sopprime gli spazi di sovranità. Comprendiamo benissimo che il libero mercato ha la necessità di muovere le masse come i capitali, nella speranza di creare manodopera a basso costo ed eserciti di schiavi di riserva che abbassino i tetti salariali e gli standard sindacali dei paesi con uno stato sociale più marcato. E’ anche per questo che occorre ribadire la necessità di chiudere le frontiere e fermare questa invasione: per tutelare i nostri lavoratori, la nostra identità, il nostro futuro; per non illudere nessuno con la speranza di un avvenire che non abbiamo più neanche per noi.
Una marcia, la nostra, che ha ribadito l’assoluta necessità di riconquistare una sovranità, per tornare padroni del nostro destino: la sovranità nazionale e politica ormai subordinata alle potenze straniere, quella monetaria affossata dall’eurocrazia e dal signoraggio, quella popolare svilita da governi tecnici e premier per nomina. Uno degli striscioni firmati da Casaggì recitava: “Nazione, sangue e suolo: vivere sovrani, per non morire schiavi”. Perché questa rivoluzione sovranista deve avere il marchio della nostra identità: quella della Civiltà europea, delle nostre tradizioni, delle nostre cattedrali, delle nostre lingue, della nostra arte, della nostra cucina, della nostra agricoltura, della nostra storia. Solo così si combatte il mostro globale: riscoprendo un sano senso di appartenenza che è il solo argine al pensiero unico e all’omologazione planetaria, il solo antidoto a quella società multietnica senza punti di riferimento, senza radici e senza origini, tenuta insieme soltanto dalla frenesia del consumismo, privata di ogni riferimento di ordine superiore, liquefatta nel mare del nichilismo e delle teledipendenza. Un’identità, la nostra, che vuole rinsavire il senso di Comunità, riscoprire i legami solidali, difendere le Idee e custodire le differenze.
In piazza sventolavano centinaia di bandiere, firmate da Casaggì, riportanti il simbolo della fiaccola tricolore: un testimone stretto nel pugno, con una fiamma che simboleggia il movimento e la trasmissione dell’eterno. Lo striscione di apertura recitava ciò che riassume al meglio questa magnifica giornata di mobilitazione e passione: “Siamo lo stupendo vivere in un mondo di morti”. L’Italia più bella è questa.
lunedì 2 novembre 2015
GRANDE CORTEO A FIRENZE, CONTRO IMMIGRAZIONE E GOVERNO RENZI!
La destra scende in piazza con un grande corteo nel cuore di Firenze: l’obiettivo è quello di lanciare un forte messaggio al governo Renzi, al Presidente della Regione Rossi e al sindaco Nardella. Una mobilitazione popolare, sostenuta da comitati e movimenti, contro l’emergenza dell’immigrazione clandestina gestita in modo fallimentare da una sinistra che ha aperto le frontiere senza preoccuparsi delle conseguenze e dei rischi per il tessuto economico, sociale e culturale di una Nazione che vive un momento di crisi.
Il pericolo dell’infiltrazione di terroristi islamici, lo Ius Soli e la cittadinanza rapida, le cooperative rosse che gestiscono il business milionario dell’accoglienza, lo sfruttamento della manodopera a basso costo, l’abbandono delle nostre periferie, l’assenza di un futuro per i nostri giovani, l’abolizione del reato di clandestinità, l’insicurezza e la criminalità in crescita, la subordinazione verso un’Europa che non tutela i nostri interessi, la concessione di diritti agli stranieri che i nostri connazionali si vedono negati, l’abusivismo e il degrado nel nostro centro storico, l’attacco ripetuto ai pilastri fondanti della nostra Civiltà e della nostra Tradizione, i rischi connessi alla società multietnica: sono solo alcuni dei problemi che, da italiani e da fiorentini, abbiamo il dovere di affrontare e risolvere.
Con noi ci sarà la gente che non vuole chinare il capo. Un popolo al quale non può essere negata la legittima difesa; un Popolo che sta subendo gli errori di una classe politica scollegata dalla realtà; un Popolo che vuole poter contare sul diritto ad una casa e ad una stabilità lavorativa; un Popolo stanco di delegare e di subire. E’ il nostro Popolo, quello che non vuole rinunciare alla propria identità, che vuole vivere in un paese sovrano, che crede nella giustizia sociale, che vuole restituire una dignità all’Italia e dare una speranza ai propri figli.
Per troppo tempo sei rimasto a guardare. Adesso è tempo di lottare!
SABATO 19 DICEMBRE ORE 16 - PIAZZA DELL’UNITA’ - FIRENZE
GRANDE CORTEO TRICOLORE
CON OSPITI NAZIONALI E INTERVENTI POLITICI
domenica 15 febbraio 2015
FOIBE: CENTINAIA IN PIAZZA CON CASAGGì!
Centinaia di persone, con fiaccole e tricolori, hanno reso omaggio alle migliaia di italiani infoibati dai partigiani comunisti di Tito.
Ancora una volta, nonostante tutto e tutti, abbiamo scritto una bella pagina di militanza e di identità, ricordando degnamente chi non ha mai rinnegato la propria italianità.
sabato 17 gennaio 2015
FOIBE: IO NON SCORDO!
Come da tradizione, anche quest’anno la destra fiorentina, unita dal tricolore, ricorderà i MARTIRI DELLE FOIBE. Ricorderemo le decine di migliaia di innocenti torturati e uccisi, gettati vivi - spesso a guerra terminata - nelle cavità carsiche del confine orientale. Innocenti che sono stati uccisi due volte: dall’odio comunista dei partigiani titini e dall’oblio di una cultura imposta e faziosa che ha relegato questa tragedia sotto silenzio. Una pulizia etnica su vasta scala della quale ancora si stenta a parlare a causa dell’imbarazzo provato da certa sinistra, all’epoca connivente con i carnefici. Ricorderemo le vittime di un odio cieco, massacrati perché “colpevoli” di essere italiani e di non voler rinnegare la propria italianità.
Ci saremo perché crediamo che la Patria non sia soltanto un’eredità dei nostri padri, ma un prestito dei nostri figli. Ci saremo perché l’appartenenza alla nostra Terra e i valori della nostra Civiltà si difendono anche onorando il sangue versato. Ci saremo perché vogliamo tramandare a chi verrà dopo di noi il senso di una memoria condivisa, l’amore per l’identità nazionale e la precisa volontà di far parte di un Popolo che sia prima di tutto una Comunità cosciente delle proprie radici, orgogliosa dei sacrifici e pronta ad affrontare il futuro a testa alta e senza paura.
Perchè la nostra missione non è soltanto quella di vivere il presente e di onorare il passato, ma anche di costruire il futuro nel solco di quei principi etici e morali che sono il solo e vero antidoto per salvarci dalla crisi in atto. Perché abbiamo il dovere di fare i conti con la storia, tutta, senza omissioni di comodo e revisionismi di parte. Perché anche a Firenze deve tornare a sventolare il tricolore e noi faremo sventolare i nostri dal punto più alto della città, guardandola in tutto il suo splendore.
MANIFESTAZIONE TRICOLORE
SABATO 14 FEBBRAIO 2015 ORE 16
PIAZZALE MICHELANGELO - FIRENZE
FIACCOLATA, PRESIDIO, INTERVENTI, TESTIMONIANZE
domenica 16 marzo 2014
UN FIUME IN PIENA...
Per la prima volta il corteo non ha toccato soltanto il tema del ricordo dei martiri infoibati e dell'esodo dalle terre italiane di Istria, Fiume e Dalmazia, ma è partito da quella tragedia e - connettendosi all'anniversario dell'unità d'Italia - ha affrontato il presente e immaginato il futuro.
Dietro a Giorgia Meloni e ai tanti ospiti presenti, decine di striscioni hanno invocato un'Italia sovrana, libera dalle catene della tecnofinanza e della burocrazia europea, capace di farsi rispettare e di non lasciare i propri soldati a marcire in qualche galera straniera, forte delle proprie radici e della propria identità. Un'Italia in grado di riappropriarsi della propria moneta, lontana parente di quel paese che ha svenduto Bankitalia con un blitz parlamentare. Un'Italia in piedi, capace di recuperare quella partecipazione popolare che, solitamente, sceglie i governi nei sistemi democratici. Un'Italia in grado di uscire dalla crisi senza cadere nel tranello di delegarne le soluzioni agli artefici delle sue cause.
Quei tricolori al vento e quell'entusiasmo sono stati la migliore risposta alle minacce, alle contromanifestazioni e alle invettive dei soliti rancorosi, quelli delle bandiere sovietiche e titine, delle scritte sui monumenti e della quotidiana demenza dettata dall'odio e dal risentimento. La nostra è una piazza diversa: senza simboli, senza personalismi, senza rancori, senza prepotenze e senza paura. Una piazza pulita, fatta di gente vera, di giovani, di cittadini che hanno a cuore il futuro della propria Nazione e del proprio Popolo.
Una piazza per la quale vale la massima che recita così: "Nei momenti felici la gioventù di una nazione riceve gli esempi, nei momenti difficili li dà. Un grazie di cuore a chi c'era: siamo il futuro dell'Italia.
martedì 21 gennaio 2014
15 MARZO: GRANDE CORTEO TRICOLORE!
Come ogni anno la destra fiorentina, composta di tutte le sue anime e unita dal tricolore, sarà in piazza nella settimana della ricorrenza dell’UNITA' D'ITALIA. Ci saremo per ricordare i MARTIRI DELLE FOIBE: migliaia di innocenti trucidati e dimenticati dall’odio comunista perché italiani. Manterremo viva la loro memoria e, partendo da quel sacrificio, lanceremo un messaggio al paese e torneremo a parlare del FUTURO DELLA NOSTRA NAZIONE.
E’ necessario tornare a presidiare le strade in un momento di crisi. Crediamo che occorra ribadire con forza l’importanza della nostra IDENTITA’ DI POPOLO E DI NAZIONE: occorre farlo adesso, prima che sia troppo tardi. Qui e ora, perché stiamo subendo i colpi della speculazione finanziaria che sta divorando la nostraSOVRANITA’ MONETARIA; perché stiamo accusando l’assenza di un governo eletto e abbiamo perso la nostra SOVRANITA’ POLITICA; perché stanno smantellando la nostra SOVRANITA’ CULTURALE per lasciare il posto a modelli multietnici che non ci appartengono; perché hanno minato le basi della GIUSTIZIA SOCIALE anteponendo il profitto alla solidarietà e la massa informe alla comunità; perché stanno uccidendo ilFUTURO DEI NOSTRI FIGLI rendendolo precario, fiscalizzato, privatizzato e omologato.
Essere in piazza, il 15 MARZO, è un dovere etico: significa accendere una fiaccola e illuminare il buio di questo tempo. Significa riaccendere simbolicamente la fiamma dei valori che hanno animato la nostra Civiltà. Esserci: per ricordare e costruire, per continuare a sperare, per riconquistare quello che ci spetta. Con noi, assieme ai tanti ospiti nazionali che interverranno, ci saranno tutti i movimenti politici del territorio che difendono l’identità di questo paese e hanno a cuore il suo futuro. Non ci saranno simboli di partito, ma solo vessilli tricolore: perché non ci interessa il destino di una parte, ma quello di un Popolo.
GRANDE CORTEO TRICOLORE
SABATO 15 MARZO ORE 15
PIAZZA SAVONAROLA - FIRENZE
CON OSPITI NAZIONALI E TUTTI I MOVIMENTI
giovedì 14 novembre 2013
IL 7 DICEMBRE A CASAGGì FIRENZE!
SABATO 7 DICEMBRE 2013
COMEdonCHISCIOTTE
FESTA E CONCERTO CON GLI ENNESSEPì
Dalle 20 apericena, dalle 21 concerto
CASAGGì FIRENZE – VIA FRUSA 37
martedì 24 settembre 2013
A CASAGGì SI RICORDA "CHE" GUEVARA...
Il 9 ottobre del 1967, quarantasei anni orsono, veniva ucciso Ernesto Guevara, meglio conosciuto come il "Che". Dopo una vita di avventure e di battaglie, a La Higuera, i governativi boliviani gli strappavano la vita, senza che la sua dignità vacillasse neanche per un attimo. Guerrigliero, scrittore e avventuriero, Guevara ha rappresentato per decenni l'icona di una certa sinistra, facendo bella mostra di sé in tutti i cortei del mondo, fino a diventare il brand pubblicitario di tribù metropolitane e affaristi delle idee. Quest'anno, a due giorni dall'anniversario della sua morte, a Casaggì abbiamo scelto di ricordarlo, parlando di lui con Gabriele Adinolfi. Lo faremo, come sempre, con la libertà e l'onesta intellettuale che ci contraddistingue: attraverso il confronto e il dibattito, la riflessione e la sintesi. E cecheremo di mettere insieme, per una sera, gli elogi trasversali e le critiche sferzanti ad uno dei più importanti personaggi del Novecento.
A sinistra, come a destra, Guevara ha sempre fatto parlare di sé. Per molti rappresenta un eroe, per altri un nemico, per tanti un brand, per altri ancora un emblema. E per noi? Per noi rappresenta un personaggio che ha sempre, inevitabilmente, prodotto una fascinazione oltre gli schemi. Buona parte del mondo identitario, infatti, non ha mai fatto mistero - da Jean Thiriart in avanti - di provare una sfacciata per simpatia per quell'argentino che, inseguendo un sogno rivoluzionario che restituisse all'America Latina una dimensione nazionale, aveva rovesciato un regime e poi, non contento, se ne era andato in giro per il mondo ad accendere altri fuochi, rifiutando le prebende e gli onori che Cuba gli avrebbe tributato.
Furono tanti i non comunisti che lo ebbero come amico: da Peron, a Franco, da Boumedienne alle pagine infuocate di Jean Cau. Il Che piaceva a tanti di quelli che la logica degli schieramenti poneva dall'altra parte della barricata: di lui piaceva lo spirito romantico, il richiamo alla Patria, l'abnegazione, la capacità di impersonificare la lotta fino al sacrificio estremo.
Gabriele Adinolfi, che sarà il protagonista della serata a Casaggì, motiva così questa fascinazione: "non si può non onorare il Che perché un uomo che abbandona cariche, onori, denari e privilegi per andarsene a vivere nelle selve, tra i monti, con un pugno di compagni di lotta, passando giornate intere con qualche goccio d'acqua e, se dice bene, una galletta, un uomo che sogna e che resta fedele al suo sogno mettendo carne, muscoli, nervi al suo servizio, non può non essere onorato. Lo detta chiaramente quel sentimento della vita, dell'onore e del sacro che è alla base dell'Idea del mondo che fece grande la nostra antichità e la nostra più recente primavera. Quell'Idea del mondo che – dalla Bhagavad Gita tramite i Luperci le Legioni mithraiche, la Cavalleria fino ai Werwolf – ha significato tutto il meglio che memoria d'uomo ricordi e che si condensa nella “Dottrina di Lotta e Vittoria” (che non coincide con il successo tangibile ma con il trionfo su di sé)".
VENERDì 11 OTTOBRE 2013
DALLE 20 CENA SOCIALE
DALLE 21.30 CONFERENZA
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PATRIA O MUERTE: L'ALTRO "CHE"
ANALISI TRASVERSALE DI UN RIVOLUZIONARIO
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CASAGGì FIRENZE - VIA FRUSA 37
DALLE 20 CENA SOCIALE
DALLE 21.30 CONFERENZA
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PATRIA O MUERTE: L'ALTRO "CHE"
ANALISI TRASVERSALE DI UN RIVOLUZIONARIO
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CASAGGì FIRENZE - VIA FRUSA 37
giovedì 19 settembre 2013
CASAGGì FIRENZE PRESENTA AREA CON FABIO RAMPELLI...
Casaggì presenta AREA, la storica rivista che, da anni, anima il confronto e il dibattito nel mondo identitario, lanciando spunti e sintesi di ottima fattura. Un pezzo di storia, che celebriamo assieme ad uno degli animatori della rivista, Fabio Rampelli, oggi deputato e dirigente di Fratelli d'Italia e da decenni in prima linea per la difesa di una visione del mondo improntata sui valori dell'identità, della socialità e del comunitarismo.
Rampelli fu, assieme a tanti altri giovani, uno dei protagonisti delle magnifiche esperienze politiche e metapolitiche nate in seno al Fronte della Gioventù: dal contropotere studentesco di Fare Fronte all'ambientalismo di Fare Verde, dai progetti metapolitici alla volontà di costruire un immaginario culturale, lontano dalla retorica e dall'autoreferenzialità. Un confronto diretto, sincero e aperto, come nel nostro stile...
Con lui parleremo dei temi dell'attualità, delle prospettive della destra italiana, di ambientalismo, dei recenti scenari internazionali, della politica dell'attuale governo e delle sfide che caratterizzeranno l'anno politico appena iniziato. La serata di lunedì 30 settembre inizierà alle ore 19, con la presentazione della rivista, e proseguirà con una cena sociale. L'ingresso è libero e aperto a tutti: la cena sarà "pagata" con un contributo di pochi euro che servirà ad autofinanziare le attività del spazio.
LUNEDì 30 SETTEMBRE DALLE ORE 19
CENA A BUFFET E PRESENTAZIONE DI AREA
con Fabio Rampelli e altri ospiti
Casaggì Firenze - via Frusa 37
sabato 7 settembre 2013
NO SURRENDER!
Da alcuni mesi la giunta Renzi ha avviato una campagna repressiva nei confronti di Casaggì. Decine di militanti del nostro “centro sociale di destra” si sono visti recapitare avvisi di garanzia e multe salatissime con accuse ai limiti del ridicolo. Nel mirino della sinistra fiorentina vi sono le attività militanti che Casaggì svolge ogni giorno, con particolare riferimento alle affissioni dei manifesti di propaganda. Queste, solitamente “punite” con qualche multa, sono diventate oggetto di dispute penali e, con l’accusa di “imbrattamento”, si sono mandati a processo diversi attivisti, molti dei quali minorenni, accompagnando il tutto con nottate in Questura, assistenti sociali, articoli di giornale e pressioni di vario genere.
Alla luce dei tanti problemi che affliggono la nostra città, quello di qualche volantino affisso fuori da qualche scuola - su mura che da decenni sono utilizzate da movimenti politici di ogni orientamento per propagandare le proprie iniziative - è un'inezia a tutti gli effetti. Ma l’obiettivo è chiaro: reprimere una struttura che, da anni, pratica un’opposizione costruttiva nelle strade e nelle Istituzioni; una Comunità che produce centinaia di eventi, aggrega decine di giovani, parla un linguaggio comprensibile, non cade nei tranelli degli opposti estremismi, non rinuncia alla propria autonomia programmatica e ideologica, educa e forma, pratica volontariato, costruisce passo dopo passo un mondo pulito e impegnato aprendolo alla cultura, al comunitarismo, alla solidarietà e alla giustizia sociale rispondendo col sorriso e la politica alle tante infamie subite...
Molti dei nostri militanti finiti sotto processo non possono permettersi le spese legali che questo teatrino delle miserie umane comporta. Non rientra nel nostro stile chiedere niente a nessuno: ciò che siamo e che abbiamo ce lo siamo costruiti da soli, spesso fronteggiando difficoltà evidenti, pregiudizi e torti. Sostenere la nostra campagna di solidarietà per i ragazzi sotto processo, comperando la nostra maglietta, non è solo un gesto di cameratismo, ma un atto politico preciso: quello di creare un fronte coeso che sappia restare in piedi quando impera la canaglia.
lunedì 29 luglio 2013
11 APRILE: CASAGGì AL SACRARIO RSI DI TRESPIANO...
Come ogni anno, l'11 di agosto, porteremo un fiore sulla tomba dei caduti della Repubblica Sociale Italiana, al sacrario di Trespiano. Lo faremo nel giorno della "liberazione" di Firenze, per rendere simbolicamente omaggio a chi, fino all'ultimo respiro, ebbe il coraggio di opporsi all'invasione anglo-americana. Lo faremo in silenzio, senza simboli politici, perchè riteniamo quel sacrificio, dimenticato e oltraggiato da decenni di menzogne e di calunnie, appartenga alla storia di tutto il nostro Popolo.
E, come ogni anno, riportiamo in calce il brano di Malaparte, tratto da "La Pelle", nel quale si racconta della fucilazione di alcuni ragazzi sul sagrato della chiesa di Santa Maria Novella. Un episodio taciuto dalle cronache storiche, ma assolutamente vero e non privo di spunti di riflessione...
Domenica 11 agosto l'appuntamento è alle ore 11 al cimitero di Trespiano. Esserci, nonostante la stagione, sarà un atto di memoria, di condivisione e di identità.
DA "LA PELLE" DI CURZIO MALAPARTE:
I ragazzi seduti sui gradini di S. Maria Novella, la piccola folla di curiosi raccolta intorno all’obelisco, l’ufficiale partigiano a cavalcioni dello sgabello ai piedi della scalinata della chiesa, coi gomiti appoggiati sul tavolino di ferro preso a qualche caffè della piazza,la squadra di giovani partigiani della divisione comunista “Potente", armati di mitra e allineati sul sagrato davanti ai cadaveri distesi alla rinfusa l’uno sull’altro, parevano dipinti da Masaccio nell’intonaco dell’aria grigia. Illuminati a picco dalla luce di gesso sporco che cadeva dal cielo nuvoloso, tutti tacevano, immoti, il viso rivolto tutti dalla stessa parte. Un filo di sangue colava giù per gli scalini di marmo.
I fascisti seduti sulla gradinata della chiesa erano ragazzi di quindici o sedici anni, dai capelli liberi sulla fronte alta, gli occhi neri e vivi nel lungo volto pallido. Il più giovane, vestito di una maglia nera e di un paio di calzoni corti, che gli lasciavano nude le gambe dagli stinchi magri, era quasi un bambino.
C’era anche una ragazza fra loro: giovanissima, nera d’occhi, e dai capelli, sciolti sulle spalle, di quel biondo scuro che s’incontra spesso in Toscana fra le donne del popolo, sedeva col viso riverso, mirando le nuvole d’estate sui tetti di Firenze lustri di pioggia, quel cielo pesante e gessoso, e qua e là screpolato, simile ai cieli del Masaccio negli affreschi del Carmine.
Quando avemmo udito gli spari, eravamo a metà via della Scala, presso gli Orti Oricellari. Sboccati sulla piazza, eravamo andati a fermarci ai piedi della gradinata di Santa Maria Novella, alle spalle dell’ufficiale partigiano seduto davanti al tavolino di ferro.
Al cigolio dei freni delle due jeep, l’ufficiale non si mosse, non si voltò. Ma dopo un istante tese il dito verso uno di quei ragazzi, e disse:
- Tocca a te. Come ti chiami?
- Oggi tocca a me - disse il ragazzo alzandosi - ma un giorno o l'altro toccherà a lei.
- Come ti chiami ?
- Mi chiamo come mi pare... - O che gli rispondi a fare a quel muso di bischero, gli disse un suo compagno seduto accanto a lui.
- Gli rispondo per insegnargli l'educazione, a quel coso - rispose il ragazzo, asciugandosi col dorso della mano la fronte madida di sudore. Era pallido, e gli tremavano le labbra. Ma rideva, con aria spavalda guardando fisso l'ufficiale partigiano.
A un tratto i ragazzi presero a parlar fra loro ridendo.
Parlavano con l'accento popolano di San Frediano, di Santa Croce, di Palazzolo.
L’ufficiale partigiano alzò la testa e disse:
- Fa presto. Non mi far perdere tempo. Tocca a te.
- Se gli è per non farle perdere tempo - disse il ragazzo con voce di scherno - mi sbrigo subito - E scavalcati i compagni andò a mettersi davanti ai partigiani armati di mitra, accanto al mucchio di cadaveri, proprio in mezzo alla pozza di sangue che si allargava sul pavimento di marmo del sagrato.
- Bada di non sporcarti le scarpe ! - gli gridò uno dei suoi compagni, e tutti si misero a ridere.
- Jack e io saltammo giù dalla jeep.
- Stop! - urlò Jack.
Ma in quell’istante il ragazzo gridò: - Viva Mussolini ! - e cadde crivellato di colpi .
domenica 2 giugno 2013
IN PIAZZA PER I MARO'...
Casaggì, con i ragazzi di Ronin Pisa, è scesa in piazza per ribadire la volontà di riportare a casa i nostri marò. Un anno di "tira e molla" che ha letteralmente sbriciolato la già scarsa credibilità del nostro paese sullo scacchiere internazionale; che ha visto l'India sequestrare due soldati in acque internazionali e un ambasciatore; che ha visto un impianto accusatorio a ratti ridicolo, rigettato anche dalla Corte Suprema, ma tuttavia sufficiente per non far processare i due marinai in Italia; che ha visto sminuito il ruolo dell'esercito, ormai usato a piacimento dalla politica per guerre inutili e poi abbandonato nei momenti di difficoltà; che ha visto due governi rimanere immobili dinanzi alle minacce di un paese col quale, evidentemente, si ha paura di perdere una partnership economica e commerciale. Una pagina triste, a prescindere dall'esito delle perizie e dei processi, degna dell'Italietta odierna e dei suoi servi di palazzo.
RIPORTIAMO A CASA I NOSTRI SOLDATI.
TORNIAMO AD ESSERE NAZIONE.
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