lunedì 17 maggio 2010

FIRENZE: PARTE LA CAMPAGNA CONTRO LA RU486!









Firenze è una delle città che difende la pillola abortiva RU486 a spada tratta. Noi non intendiamo farne una battaglia politica, né una diatriba di ordine religioso. Questa per noi, è una questione di principio.  In un modello sociale che tende alla de-responsabilizzazione della persona e alla riduzione di tutto il vissuto in merce, vorremmo che almeno la vita restasse fuori da queste logiche. Per noi la vita inizia col suo concepimento e non possono esserci dei confini e dei paletti, perché parliamo di un processo di evoluzione che, passo dopo passo, porta al feto. L’aborto è di per sé una rinuncia alla vita e al futuro; è una scelta che non valorizza affatto la donna, ma la relega alla funzione di un “sacco da riempire a piacimento”; è una strada che mortifica anche l’uomo, riducendolo ad un mero prestatore di opera sessuale senza diritto di paternità. Se già l’aborto nelle sue forme più complesse è di per sé una non assunzione delle proprie responsabilità, la pillola è addirittura uno schiaffo alla dignità umana. Quello che si vuole imporre è un concetto ben più pericoloso: l’aborto come rimedio immediato e a portata di mano, accessibile e fai da te, libero e indolore. L’aborto a domicilio, mal regolato e ben oltre i paletti fissati dalla legge 194 che regola la materia. Se oggi è previsto il ricovero, c’è già chi pensa di poterla dispensare come fosse un’aspirina e, nei “liberissimi” Stati Uniti la si sta già testando come contraccettivo, gioendo della sua assenza di controindicazioni in caso di assunzione regolare. La RU486 può essere assunta fino a 50 giorni dal concepimento e agisce attraverso il principio attivo del mifepristone: un vero e proprio “pesticida umano” che uccide il feto e costringe la “madre” a tenerne il cadavere in grembo fino a 15 giorni, prima di espellerlo. Una pratica abietta che annienta una creature indifesa, innocente e incapace di scegliere; a differenza di chi, con mille metodi contraccettivi a disposizione, si è comunque ritrovato in una maternità indesiderata. Dal 1978 ad oggi, in Italia, sono stati praticati oltre 5 MILIONI di aborti: una intera generazione spazzata via dalla paura. E da adesso sarà sempre peggio. Difendi la vita, sempre.


venerdì 7 maggio 2010

I BARONATI CONNIVENTI E L’ANTIFASCISMO DEI TOPI COL FORMAGGIO…

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Cronaca fiorentina di infamie accademiche e utili idioti

Oggi ne è successa una nuova. Grave, ma allo stesso tempo indicativa dello stato di psicodramma nel quale sguazza certa gente. E prendiamo atto che ci sono persone che preventivamente fondano la propria ragion d’essere sul rompimento organizzato dei coglioni altrui. Gente che vive di luce riflessa e di rincorse (rigorosamente virtuali), di rancori e di codardia, di blog clonati (i cui autori lautamente finanzieranno le nostre future attività) e di bravate notturne.

Come tutti sappiamo si stanno svolgendo le campagne elettorali universitarie per il rinnovo del CNSU e i movimenti politici organizzati su scala nazionale – come Azione Universitaria – corrono per eleggere i propri candidati e dare un futuro alle proprie battaglie studentesche. Come ogni campagna elettorale che si rispetti le liste concorrenti prenotano gli spazi in ogni facoltà, per poi fare propaganda e distribuire i propri volantini. Una pratica normale, di routine. Normale e di routine è anche la programmazione della campagna elettorale, che solitamente prevede la prenotazione dei suddetti spazi con largo anticipo a prescindere da quelli che saranno gli impegni quotidiani. Per oggi avevamo prenotato, tempo addietro, uno spazio nella facoltà fiorentina di Lettere. Una facoltà che la sinistra antagonista sente come propria in virtù dei bivacchi che le vengono concessi dal personale che gestisce questo luogo pubblico. In questa facoltà, peraltro, la nostra Comunità ha eletto un consigliere lo scorso anno ma, se anche così non fosse, avrebbe comunque – e ci mancherebbe altro – tutto il DIRITTO di fare propaganda liberamente. Avrebbe, perché nei fatti le cose non stanno così.

La prenotazione dello spazio di propaganda che a suo tempo avevamo richiesto, così come per tutte le altre facoltà in tutti i giorni possibili, è diventata l’oggetto di una squallida manovra. La segreteria preposta alla registrazione e alla concessione degli spazi, perlopiù composta da militanti attivi della CGIL, ha pensato bene di avvisare della nostra potenziale presenza gli attivisti dell’estrema sinistra affinché impedissero il regolare svolgersi della cosa. Noi, che avevamo prenotato lo spazio ma abbiamo rinunciato all’organizzazione della cosa perché già impegnati in altre facoltà, siamo stati avvisati della presenza di una cinquantina di persone da un nostro attivista iscritto alla facoltà. Cinquanta subumani, evidentemente dotati di quel tempo libero che il “non fare una segaccia di nulla” permette loro, erano schierati all’ingresso di una facoltà vuota, per il solo allarme procurato da chi, anziché svolgere il proprio lavoro di impiegato pubblico, gioca al mandante ideologico della guerriglia. Caschi, striscioni e guanti di pelle (il freddo di maggio) a corredo di un quadretto che ormai conosciamo bene e che dovrebbe essere – almeno stando a quanto si millanta – antagonista a quei signori che prontamente alzano il telefono per informarli di tutto ciò che facciamo.

In questa città, dove un manipolo di emarginati sociali con il vizio di compiere eroiche imprese, capita che i baronati universitari e gli addetti ai lavori siano conniventi con le peggiori pratiche dell’antifascismo militante. I loro riferimenti “culturali”, che cianciano di LAVORO (in grassetto e con la maiuscola, mi raccomando) anche quando sputano per terra, hanno così tanto da faticare che riescono ad aggiornare una decina di siti e di blog diversi con cadenza quotidiana e con orari che lasciano presupporre un sacco di tempo libero nelle ore diurne e una preoccupante mancanza di fica in quelle notturne. E capita che, in nome di questa schifezza, qualcuno si possa anche far male. Se oggi, infatti, due o tre dei nostri militanti si fossero recati in quelle lande domani ne avremmo sentito il racconto al telegiornale. Hanno fatto come i topi col formaggio: è bastato un falso allarme, un avviso, una mezza telefonata di qualche spione e tutti sono corsi con la bava alla bocca. Nel frattempo, dall’altra parte della città, noialtri svolgevamo regolarmente le nostre attività di propaganda, constatando una totale assenza di “presenza nemica”.

Che da oggi possa essere una strategia di depistaggio? Chissà. Restano comunque vergognosi l’appoggio e l’agibilità che a questi signori viene data da chi dovrebbe preoccuparsi della cosa pubblica. Lo squallore umano e politico di certa gente è noto a tutti da tempo, così come la loro malafede. Gente che è sempre pronta ad attaccare visceralmente tutto e tutti in nome di un’autonomia che non c’è mai stata e alla quale si è sempre preferito una più comoda collaborazione con le Istituzioni, le forze sindacali, i baronati accademici, il mondo della cultura e una certa magistratura.

Noi, che pure veniamo accusati di essere “spalleggiati” dai nostri politici i riferimento (e ci sembra ovvio, altrimenti tanto “nostri” non sarebbero), non abbiamo mai negato di votare chi votiamo. Ci candidiamo e facciamo politica mettendoci il nome, il cognome e la faccia. Non scriviamo da blog anonimi, non viviamo di rancori, non abbiamo paure represse, non ci contrapponiamo preventivamente a nessuno, non mettiamo le bombe e non incendiamo le sedi altrui, non ci nascondiamo dietro a nessuno e facciamo tutto alla luce del sole. Qualcun altro, evidentemente a corto di stile e di dignità, agisce in altro modo.

CONTRO L'EGEMONIA ROSSA NELLE NOSTRE FACOLTA' E NELLE NOSTRE SCUOLE.
PER IL DIRITTO DI TUTTI ALLA LIBERA ESPRESSIONE DELLE IDEE.

mercoledì 5 maggio 2010

Irish Republican Media - Bobby Sands

GOD BLESS BOBBY SANDS!





Nato a Belfast nel marzo 1954, Robert Gerard “Bobby” Sands abbracciò la causa dell’indipendentismo irlandese a soli diciassette anni, nella convinzione di non poter fare nulla di diverso per combattere le ingiustizie che vedeva crescere intorno a lui. Arrestato più volte e più volte condannato senza prove a suo carico, trascorse gran parte della sua vita nello spietato carcere di Long Kesh – ribattezzato “The Maze” – dove, il 5 maggio del 1981, al culmine di una tragica protesta durata quattro anni, si lasciò morire di fame dopo aver rifiutato il cibo per ben 66 giorni consecutivi. Dopo di lui, tra il maggio e l’agosto 1981, altri nove giovani prigionieri repubblicani irlandesi, tutti al di sotto dei trent’anni, morirono a Long Kesh.




Bobby Sands è stato salutato come un eroe non soltanto dai suoi compagni ma da chiunque, in ogni parte del mondo, si ritrovi impegnato a lottare per la giustizia e la libertà !

E' un dovere per tutti noi ragazzi non dimenticare mai questa tragica storia...portando avanti le nostre battaglie nel nostro cammino di militanza, ogni volta che siamo assaliti da un momento di sconforto, ogni volta che ci scoraggiamo, quando vediamo tutto nero o quando stiamo quasi per mollare, è li che dobbiamo pensare a Bobby Sands per ritrovare la forza per lottare!

POTRANNO UCCIDERE UN RIVOLUZIONARIO, 
MA NON UCCIDERANNO MAI LA RIVOLUZIONE!